L’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (CNR-IFC) ha recentemente condotto uno studio pionieristico che ha messo in luce l’aumento del fenomeno degli Hikikomori in Italia, con oltre 50.000 adolescenti che vivono una forma di isolamento volontario.
Questo fenomeno, originario del Giappone e noto come “ritirati sociali”, descrive la tendenza dei giovani a smettere di uscire di casa, abbandonare la scuola e troncare i legami sociali, preferendo restringere la propria esistenza alle quattro pareti delle proprie stanze e interagire principalmente attraverso Internet.
Hikikomori in aumento in Italia: uno studio del CNR-IFC
Lo studio condotto dal CNR-IFC ha svelato che il numero di giovani italiani coinvolti nel fenomeno degli Hikikomori è in crescita. Più di 50.000 adolescenti in Italia vivono esclusivamente tra le mura domestiche, utilizzando Internet come principale mezzo di comunicazione.
Questo comportamento preoccupante è particolarmente diffuso tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni, con segni premonitori che si manifestano già durante l’adolescenza. Alcuni di questi giovani trascorrono da uno a sei mesi rinchiusi, mentre altri affrontano situazioni più gravi, con chiusure che superano i sei mesi.
Le cause dietro il fenomeno hikikomori
Le cause dietro il ritiro sociale degli Hikikomori non sono legate principalmente al bullismo, ma all’incapacità di questi giovani di comunicare con i propri coetanei, portando a sentimenti di frustrazione e auto-svalutazione.
Questo fenomeno sembra essere correlato all’ansia da prestazione, tipica di una società che postula la performance come criterio di successo. Alcuni giovani, per non deludere le aspettative sociali e per far fronte alle pressioni, ricorrono all’uso di psicofarmaci, spesso senza prescrizione medica, amplificando ulteriormente il problema.
Il ruolo del contesto virtuale
Uno dei fattori che sembrano influire sul ritiro sociale degli Hikikomori è l’ampia presenza di relazioni virtuali e di realtà virtuali nelle nuove generazioni. Le attività svolte con i coetanei, come lo sport e le attività extrascolastiche, si stanno sempre di più spostando online, creando uno spazio in cui i giovani si sentono più liberi di esprimersi.
Il lockdown e la pandemia COVID-19 potrebbero aver contribuito a questa tendenza, poiché i genitori sono stati incoraggiati a vedere il fatto che i loro figli rimanessero a casa come una misura di sicurezza.
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Il silenzio degli adulti
Un aspetto che desta preoccupazione è il senso di abbandono che questi giovani percepiscono da parte della famiglia. Uno studio ha rivelato che uno su quattro adolescenti Hikikomori ritiene che i propri genitori abbiano accettato passivamente la loro situazione senza chiedere spiegazioni.
Questo atteggiamento degli adulti rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di formare i genitori e spiegare loro l’importanza di promuovere relazioni dal vivo e di comprendere le fragilità dei propri figli, che possono differire significativamente da quelle sperimentate nella loro giovinezza.
Lo studio del CNR-IFC rivela un aumento preoccupante del fenomeno degli Hikikomori in Italia, con più di 50.000 adolescenti che scelgono l’isolamento volontario. Questo comportamento è spesso causato da una forte ansia da prestazione, che porta questi giovani a ritirarsi dalla società e a cercare rifugio in relazioni virtuali.
È fondamentale che gli adulti e le istituzioni affrontino questa sfida emergente, comprendendo le necessità dei giovani e fornendo il supporto necessario per aiutarli a superare le difficoltà legate all’isolamento.
La consapevolezza e l’attenzione verso il fenomeno degli Hikikomori possono contribuire a invertire questa tendenza in crescita e a garantire un futuro migliore per i giovani italiani.
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