La violenza all’interno delle relazioni di coppia è un problema diffuso che coinvolge tutte le classi socio-culturali ed economiche, senza discriminazione di età, credo religioso o razza.
È essenziale riconoscere i segnali iniziali di una relazione maltrattante e agire tempestivamente per interrompere il ciclo. In questo articolo, esploreremo il concetto del ciclo della violenza nelle sue varie sfaccettature.
La spirale della violenza: una panoramica
La spirale della violenza è un modello sviluppato per spiegare la complessità della violenza nelle relazioni interpersonali. Questo ciclo si riferisce a abusi ripetuti e pericolosi che seguono uno schema tipico, indipendentemente da quando si verificano o chi è coinvolto. Ogni fase del ciclo mira a controllare e isolare ulteriormente la vittima.
Le diverse forme di violenza includono:
- Violenza fisica: qualsiasi lesione fisica, anche lieve, che può sfociare in atti criminali. La violenza fisica domestica è una delle principali cause del femminicidio.
- Violenze psicologiche: comportamenti volti a ledere l’identità e il rispetto della persona. Include il gaslighting, una forma di manipolazione emotiva.
- Violenza sessuale: qualsiasi atto carnale non desiderato senza consenso.
- Violenza economica: azioni finalizzate a controllare o limitare l’autonomia economica della vittima.
- Stalking: comportamenti persecutori ripetuti e indesiderati, spesso basati su aggressività e violenza.
Fasi e dinamiche
1. Fase di costruzione della tensione
Nella prima fase, le violenze non sono dirette, ma si manifestano attraverso parole e comportamenti ostili come controllo, isolamento, umiliazioni e minacce. La vittima può sentirsi come se camminasse sui gusci d’uovo, cercando di evitare una crisi.
2. Fase di maltrattamento
Segue l’esplosione della violenza, che può essere fisica, psicologica, economica o sessuale. Questo è il culmine del ciclo e può durare da pochi minuti a diverse ore.
3. Fase della “Luna di miele”
Dopo la fase di maltrattamento, seguono comportamenti di riparazione, seduzione e scuse. La vittima può sperimentare minacce di suicidio e scarico di responsabilità. Questa fase riporta la coppia alla situazione iniziale, avviando un nuovo ciclo di violenze.
Il principio della rana bollita e l’impotenza appresa
Il principio della rana bollita, coniato da Noam Chomsky, illustra come i cambiamenti graduati possano sfuggire alla coscienza e alla resistenza. Nel contesto della violenze domestiche, le vittime possono gradualmente adattarsi a comportamenti abusivi, subendo un processo di “impotenza appresa”.
La teoria dell’impotenza appresa, sviluppata da Lenore Walker, spiega il senso di paralisi e anestesia emotiva sperimentato dalle donne vittime di abusi e violenze. Esse possono sentirsi impotenti di fronte alle minacce e sviluppare un comportamento apatico, simile a quello osservato negli studi di Seligman sulla depressione animale.
Come fermare questa spirale: l’importanza dei diritti umani
Il ciclo della violenza è una violazione sistematica dei diritti umani. Affrontare questo problema richiede un approccio basato sui diritti umani, secondo Paola Degani, autrice di “La protezione delle donne vittime di violenza nella prospettiva dei diritti umani”.
Superare il problema richiede una ridefinizione degli interventi, focalizzandosi sulla discriminazione di genere e riducendo la disparità di potere e risorse tra uomini e donne.
È fondamentale che le donne capiscano di non essere sole. Possono accedere al supporto di uno psicologo online e cercare assistenza psicologica, legale e informativa presso centri specializzati.
Come chiedere aiuto
Se hai bisogno di aiuto, puoi contattare:
- Il 1522: Numero antiviolenza e antistalking, attivo 24 ore su 24.
- L’app 1522: consente di effettuare richieste di aiuto immediato tramite operatrici specializzate.
- Il 122: numero unico europeo per le emergenze.
Questo contenuto è divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Se stai vivendo una situazione del genere, chiedere aiuto è il primo passo verso la tua sicurezza e benessere.
Leggi anche:
La violenza domestica in gravidanza
La violenza psicologica: le parole feriscono sia l’anima che la mente