“Ci sono forse centomila sentieri che conducono all’Eterno, ma, un giorno o l’altro, tutti si incrociano in un solo punto: quello del cuore (D. Meurois, L’uomo che piantò il chiodo, 2005)”.
Lo Shén nella medicina cinese
La Medicina Tradizionale Cinese sostiene che il Cuore sia la residenza della Mente (Shén). La parola Shén indica il complesso delle facoltà mentali che risiedono nel Cuore e l’intera sfera emozionale, mentale e spirituale della persona. Per tale motivo la parola Shén può indicare anche lo Spirito, inteso come l’Essenza della persona, la sua Radice.
Lo Shén include inoltre tutti i fenomeni emozionali, mentali e spirituali degli altri Organi, ossia:
- Hùn (Anima Eterea) per il Fegato,
- Yì (Intelletto) per la Milza,
- Pò (Anima Corporea) per i Polmoni,
- Zhì (Volontà) per i Reni.
Se il Cuore è forte e il Sangue è abbondante allora vi sarà una buona attività mentale, una vita emozionale equilibrata, una coscienza chiara, buona memoria, pensiero corretto e sonno di qualità.
Shén e Burnout
Esiste una stretta dipendenza tra sangue e Shèn: se la persona è anemica o il Sangue di Cuore si presenta in Vuoto allora lo Shén sarà poco radicato e quindi vi saranno sintomi come irrequietezza mentale, depressione, ansia, insonnia, anemia. Questi stessi problemi possono, a loro volta, dare un Deficit di Sangue di Cuore, causando palpitazioni, pallore del volto e polso debole o irregolare.
Ne è un esempio il caso di Burnout: l’emozione logorante e i turni del personale sanitario determinano un eccessivo consumo di Sangue, portando a carenza fisica ed emozionale della sostanza preziosa stessa. In questi casi si avranno alterazioni mentali, scarsa memoria, pensiero “ottuso”, insonnia o sonnolenza ed eventuale perdita della coscienza (attacchi di panico).
Ricordiamo che, secondo l’energetica cinese, il distress consuma il Sangue, mandandolo in deficit. Va detto inoltre che il Cuore controlla tutte le attività mentali dello Shèn ed è responsabile dell’insight e della consapevolezza. Con il termine insight si intende la capacità di vedere dentro ad una situazione o dentro se stessi: è la percezione chiara, l’intuizione netta e immediata di fatti esterni o interni.
Il termine, usato in psicanalisi, indica l’intuizione e la consapevolezza dei propri sentimenti, emozioni e comportamento.
In Medicina Cinese è proprio il Cuore a dettare la visione dello Spirito e dunque è solo il Cuore che può connetterci con l’Essenza, ossia il vero Sé che è coscienza, consapevolezza, presenza e dunque capacità di vivere l’insight.
Il Cuore
I cinesi chiamano il Cuore “L’imperatore”, ossia colui che governa (come capo supremo) il Regno degli Organi Interni e dei Visceri, essendo la Radice della Vita e l’Origine della Vita Mentale-Spirituale. Lo stato di benessere del Cuore determina nella persona la capacità di sviluppare relazioni interpersonali significative, d’altro canto un Cuore debole porta la persona ad avere problemi emotivi e relazionali, patologie psichiatriche e disturbi psicologici. Le stesse emozioni negative rendono maggiormente debole il Cuore.
Va inoltre sottolineato che il termine ri-cordare (cor, cordis, “cuore” dal latino) derivi proprio dal concetto di ri-portare qualcosa al Cuore, ossia all’Anima o alla Mente Intelligente dell’individuo (diverso dunque il significato di rammentare, ossia ri-portare alla mente intesa come Intelletto (Yì)).
Ogni aspetto spirituale della persona risiede in un organo specifico: nel Cuore, dimora dello Shèn, l’uomo sviluppa coscienza, autocoscienza, pensiero, affettività, memoria e sonno fisiologico, ristoratore.
Il Cuore controlla la parola, ossia influenza la nostra capacità di saper usare i termini appropriati quando parliamo: ciò non include solo la corretta dizione o la corretta espressione ma anche l’empatia, la capacità di verbalizzare un sentimento, di condividerlo, di saperlo esporre e dunque gestire, elaborare.
Durante la psicoterapia interviene proprio il Cuore: è Lui che, attraverso le emozioni e i sentimenti, permette il contatto col Divino, portando calma e saggezza, egli possiede la vera conoscenza intensa come comprensione delle leggi naturali della vita, ossia le leggi del Tao.
Proprio secondo il Taoismo non ci sono punti specifici per “aprire il Cuore”, ma solo l’amore incondizionato, l’empatia, la preghiera e la meditazione possono apportare cambiamenti.
“L’arte del Cuore” è dunque la capacità che questo ha di restare vuoto, ossia pulito, sereno conducendo l’Esistenza attraverso il proprio compito di vita. Dunque, secondo l’energetica cinese, la malattia o il disturbo psicologico (come in questo caso il burnout) compaiono quando la persona si allontana da ciò che desidera realmente fare o che è “chiamata a fare” (compito di vita): può essere la scelta continua di un lavoro sbagliato o che sia diventato logorante negli anni, una relazione giunta al termine ma difficile da chiudere, un rapporto difficoltoso con i figli o il marito, un bisogno di tempo per se stessi che “interrompa” momentaneamente il lavoro gli impegni sociali.
Da qui la visione di un disturbo, quello del burnout, da leggere al di là del contesto lavorativo (percepito dalla persona come difficoltoso) o delle troppe ore lavorative o del sovraccarico di responsabilità. La medicina cinese legge nel disturbo l’intima difficoltà dell’Anima (Cuore) di realizzare se stessa nel qui ed ora. Tale concetto completamente avulso dalla società occidentale ci porta alla considerazione di chi “siamo veramente” e di “cosa vogliamo” per poter stare davvero bene con noi stessi e gli altri, al di là e indipendentemente dal lavoro: considerata spesso la causa di un processo patologico che in realtà è il semplice sintomo di una situazione molto più profonda (Tolle, 2018).
Agopuntura nella medicina cinese
In Medicina Cinese esistono agopunti particolarmente adatti nel trattare sintomatologie emozionali, questi si chiamano Luo.
I Luo provvedono a nutrire tutte le parti del corpo, sono una rete diffusa che connette le varie zone del corpo, assicurando le comunicazioni tra destra e sinistra, tra alto e basso, davanti e dietro. Nel Ling Shu (libro Interno o Esoterico dell’Imperatore Giallo, uno dei Classici più importanti della Medicina Cinese) si asserisce che i Luo irrigano con energia e Sangue tutte le parti del corpo, nutrendo ossa, legamenti, pelle e assicurando il funzionamento dei Cinque Sensi e dei Sei Orifizi.
I Luo permettono altresì la comunicazione con l’ambiente sociale e alimentare (basti pensare alla valenza psicosomatica di intolleranze e allergie, trattabili proprio con i punti Luo), ci connettono all’ambiente inteso come macrocosmo.
Essi obbediscono al paradigma del modello psico-sociale: Natura e Cultura.
La Natura definisce come siamo fatti, nasciamo da un padre e da una madre e quindi ereditiamo il loro Jing (codice genetico), la Natura viene continuamente modificata dall’apprendimento, ciò definisce la Cultura. Per stare bene ognuno di noi deve seguire la sua Natura, senza farsi condizionare eccessivamente dall’ambiente.