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Sapore e sentimenti nella medicina tradizionale cinese

sapore

La medicina tradizionale cinese distingue i cibi in base alla loro energia vitale (Jing), alla loro Natura, alla loro Forma e al loro Sapore. Esistono cibi ricchi in Jing come i semi, i germogli, la frutta (se maturata sulla pianta e coltivata in modo biologico), mentre i cibi conservati, congelati, coltivati in serra, transgenici contengono poco Jing. Inoltre, quelli coltivati in terre lontane contengono un Jing molto diverso dal nostro.

Natura e Forma

Natura del cibo: è la potenzialità del cibo di spostare l’equilibrio corporeo verso il caldo o il freddo. Tale natura si stabilisce quando il cibo è crudo; tuttavia, la cottura aggiunge calore ai cibi e, così, la trasformazione dei cibi ne modifica la natura.

Esistono cibi caldi, tiepidi, freschi, freddi e neutri. Freddo e caldo indicano le polarità Yin e Yang. In Medicina Cinese si indica di “curare il freddo col caldo e viceversa”: i cibi riscaldanti sono consigliati nella stagione fredda e, viceversa, quelli freddi nella stagione calda. I cibi estremamente caldi o freddi sono da usarsi come “medicamento”.

Forma del cibo: la forma dell’alimento ci indica su quale organo o tessuto andrà ad agire (ad esempio, il fagiolo nero lavora sul rene). Il colore, inoltre, indica il “tropismo d’azione” ossia l’azione diretta su un preciso meridiano.

I cibi verdi, ad esempio, hanno tropismo sul fegato, oppure lo stesso cibo ha diversi tropismi in base al suo colore. Anche la consistenza dei cibi richiama la valenza su un dato meridiano (ad esempio i cibi umidi e molli tendono a stimolare i reni).

Sapore

I Sapori del cibo sono cinque, più due accessori: l’acido-aspro, l’amaro, il dolce, il piccante, il salato, l’insipido e l’astringente.

Ogni organo ha una tendenza energetica ed il sapore che lo nutre si oppone al suo movimento per mantenerne l’equilibrio.

Altro dato saliente è l’odore del cibo: esso simboleggia l’energia del sapore. Gli odori sono cinque e sono abbinati ai cinque Organi che, stimolati, producono reazioni corporee di diversa natura, come quelle sul sistema nervoso centrale e periferico.

Da ricordare, inoltre, che ogni Meridiano destinatario “recepisce” l’energia di un dato alimento: ogni cibo dirige la propria energia verso uno o più meridiani, influenzando gli organi corrispondenti ed esercitando una “tendenza direzionale” volta alla salita, discesa, immersione, emersione dell’energia vitale.

A tal proposito è interessante passare in rassegna alcuni cibi che possono aiutarci durante questo cambio stagionale, tra questi abbiamo alcuni rimedi della medicina tradizionale cinese e della nutrizione enzimatica.

Arrivano i primi freddi: cosa mangiare?

Miso: una crema marrone fermentata e invecchiata, composto da soia, un cereale (orzo o riso) e sale marino. Prodotto dalla fermentazione di un fungo, l’aspergillus orizae, migliora la flora batterica intestinale.

Il miso è un alimento nutriente, ricco di proteine e con azione prebiotica. Le proprietà maggiormente riconosciute sono proprio quelle che apportano benefici a livello dell’apparato gastroenterico poiché, grazie ai lactobacilli, il miso ha la capacità di ripristinare e migliorare l’ecosistema intestinale, aiutando la digestione e prevenendo la sensazione di gonfiore e la pesantezza post prandiale.

Il miso ha, inoltre, proprietà ricostituenti: infatti, viene consigliato in caso di distress psico-fisico.

Umeboshi: un frutto coltivato da secoli in Cina e in Giappone, viene utilizzato da sempre sia in cucina sia in medicina naturale. Le umeboshi vengono raccolte all’inizio dell’estate, ancora acerbe, poi vengono fatte essiccare e messe sotto sale in barili di legno; durante i successivi 6/12 mesi, si lasciano fermentare avvolte da foglie di shiso (Laminaria Purpurea) pianta che dona loro il caratteristico colore rosso.

Le umeboshi sono il “cibo antinausea” per eccellenza, ma hanno anche proprietà antipiretiche, astringenti e benefiche per tutto il corpo.

Usate contro raffreddori, febbre, problemi intestinali (dissenteria, colite), aiutano anche la pulizia del fegato e dei reni grazie all’alta concentrazione di sostanze come calcio, ferro e fosforo. Gli effetti benefici di questo frutto derivano principalmente dalla combinazione tra acido citrico e sale, valido aiuto contro la stanchezza, la debolezza e i problemi di circolazione.

Tamari: condimento a base di salsa di soia. È caratterizzato da un sapore forte e deciso ed ha una colorazione sui toni del caramello scuro.

La salsa tamari è ottenuta dalla cottura a vapore e dalla successiva fermentazione dei semi del Glycine max, una pianta erbacea annuale nativa dell’Asia. Una volta fermentato, il liquido viene poi filtrato e talvolta pastorizzato.

Il tamari contiene buone quantità di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti. Grazie alla presenza di prebiotici favorisce inoltre il benessere dell’ecosistema intestinale ed e i processi digestivi.

Alghe: utilizzate dall’uomo da millenni sono ancora oggi usate come concimi e fertilizzanti in agricoltura, come mangimi e integratori in zootecnia, come alimenti e integratori di alto valore nutritivo nell’alimentazione umana.

Esse costituiscono fin da tempi antichissimi un alimento comune nella dieta di molti popoli, soprattutto orientali, come i Cinesi e i Giapponesi.

Il valore nutritivo delle alghe è dato dai suoi principali componenti: carboidrati, proteine, presenti mediamente intorno al 35%, talvolta fino al 70%, e inoltre acidi grassi Omega 3, antiossidanti, vitamine, fra cui betacarotene e vitamine del gruppo B, sali minerali e oligoelementi, di cui le alghe sono particolarmente ricche, come il ferro e lo iodio.
Quest’ultimo è particolarmente abbondante, per cui l’uso alimentare delle alghe è molto utile nella prevenzione delle patologie della tiroide, quando sia indicata un’integrazione di iodio; di contro, si deve tener conto della presenza di iodio nelle alghe quando vi sia già una patologia tiroidea conclamata, che richieda terapie farmacologiche specifiche, per evitare interferenze.

Tra le alghe più importanti abbiamo:

Questi cibi “curativi” possono abbassare il livello di infiammazione di basso grado (ossia la metaflammation), modulando inoltre la glicemia ematica ed incrementando l’alcalinizzazione fisiologica del corpo.

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