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Due Parametri a Confronto sull’Intelligenza Artificiale (Parte Seconda)

Confronto Intelligenza Artificiale

Nel corso del Summit sull’Intelligenza Artificiale, sono emerse due posizioni nettamente opposte e contrastanti:

Il Primo Indirizzo

Fondato su un principio etico ed inclusivo, è sostenuto dall’Europa, dalla Francia, dall’India, dalla Cina, che considerano l’Intelligenza Artificiale come uno strumento di potenziamento delle facoltà umane, in grado, quindi, di “mantenere gli umani al centro del processo”, in difesa del pensiero critico, che si ispira alla teoria aristotelica (basata sul logos). Consente all’uomo di discernere  “l’utile e il dannoso” e lo sprona, quindi, a sviluppare “il senso del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto”.

Questa impostazione è sostenuta, a livello europeo, da Ursula von der Leyen, la quale ha annunciato un apposito stanziamento di un fondo di 200 miliardi.

Sulla stessa linea, si sono pronunciati il Presidente francese Emmanuel Macron, che ha annunciato l’investimento di 109 miliardi di euro, il primo ministro indiano Narendra Modi, secondo il quale l’Intelligenza Artificiale è in grado di rimodellare la politica, l’economia e la società e di scrivere, perciò, il codice di umanità. La stessa Cina ha condiviso tale orientamento.

Il Secondo Indirizzo

Sostenuto dagli Stati Uniti, è stato sancito, ufficialmente, dall’emanazione di precisi ordini esecutivi, del 23 Gennaio 2025, firmati del Presidente americano Donald Trump, la cui elaborazione fa pensare, in qualche modo, ad una forma di Far West normativo, che nega, in modo deciso, la possibilità di misure restrittive, di contrasto e di controllo, annullando quelle previste dall’Amministrazione precedente.

Il Consiglio su Scienza e tecnologia, nominato dallo stesso Presidente, illustra, chiaramente, la sua visione sul tema specifico, quando afferma che

la storia americana è fatta di creatività sconfinata e audace ambizione, guidate da uno spirito pioneristico indomabile che alimenta l’esplorazione e la scoperta… le innovazioni in questi campi hanno il potenziale di rimodellare l’equilibrio di potere a livello globale, di dare vita a intere nuove industrie e di rivoluzionare il nostro modo di vivere e lavorare.

A rinforzare tale impostazione si può citare l’intervento, al Summit, del vicepresidente americano J.D. Vance, il quale, dichiarando il voto contrario alla dichiarazione finale, condivisa dai vari Paesi, compresa la Cina, mette subito in chiaro che la visione americana è un’altra, per cui noi:

dobbiamo cercare di liberare l’innovazione e garantire che l’intelligenza artificiale porti benessere alla nostra gente, questa è un’opportunità che l’amministrazione Trump non ha intenzione di sprecare.

Considerata l’attuale inconciliabilità delle due posizioni si può  dedurre, che come ha affermato Ursula von der Leyen, che “la corsa nell’intelligenza artificiale è appena iniziata”, per cui, oltre che a livello politico, bisognerà educare le coscienze, attraverso contributi di tipo culturale ed educativo, centrati su una nuova concezione filosofica dell’esistenza umana.

Il Contributo della Filosofia

I contributi della filosofia, su questo argomento, rappresentano un utile contributo, per sviluppare il pensiero critico, riferito alle varie forme umane e non umane, organiche ed inorganiche, che investono l’area dell’Intelligenza Artificiale, nel suo complesso.

In tale prospettiva, il CRAMS (Centro Ricerca Arte Musica, Spettacolo) di Lecco ha organizzato una serie di incontri dei migliori filosofi italiani, programmati  dal 15 Febbraio 2025 al 24 Maggio 2025 .

Sei di questi appuntamenti si svolgeranno presso il Circolo Promessi Sposi di Lecco e quattro, presso l’Università Roma 3 .

L’obiettivo di questa iniziativa è quello di creare un territorio-laboratorio di formazione per studenti, docenti, ricercatori, diversi attori ed associazioni del territorio, che aiuti i vari soggetti a ripensare le questioni aperte dei problemi contemporanei, nella prospettiva di immaginare un altro mondo, non solo possibile, ma anche necessario e desiderabile.

Emerge, perciò, l’opportunità/bisogno di mettere al centro l’idea del percorso filosofico contemporaneo, rappresentato dai grandi filosofi del ‘900 (Husserl, Heidegger, Sartre, Merleau-Ponty, Wittgenstein, Foucoult, Deleuce), i quali, pur nella loro specifica impostazione teorico-concettuale, sono, sicuramente, autorevoli assertori della dimensione umanizzante dell’esistenza, che riflette il significato etico del  modo di essere al mondo.

Ne deriva la riflessione, come afferma il filosofo Carlo Sini (1933), che

c’è un bisogno estremo di filosofia nel campo della Intelligenza Artificiale, al fine di evitare che i tecnici si riempiano la bocca svolgendo per il senso comune del pubblico una sorta di perenne racconto fantascientifico.

I Punti di Fragilità e i Pericoli

Secondo alcuni studiosi esperti, le applicazioni della Intelligenza Artificiale, possono, comunque, essere insidiose e pericolose, se utilizzate in modo improprio, come, per esempio, un uso incontrollato delle armi distruttive.

Accanto alle teorie, che promuovono ed esaltano l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, in una dimensione umanizzante, ci sono, infatti, da registrare, come nel caso degli Stati Uniti, sopra descritto, alcune prese di posizione critiche, come quelle illustrate nel Summit di Parigi, le quali sottolineano la necessità di un  impiego indiscriminato di questa tecnologia .

Un suo impiego, regolato da tale principio, comporta, però, il pericolo reale di relegare la presenza umana, in una situazione subalterna rispetto al mezzo tecnologico, esonerandola, in parte, dallo sforzo mentale e creativo, finalizzato a risolvere i personali problemi esistenziali, in una dimensione etica e valoriale. 

Si sottolinea, perciò, il concetto che il progresso tecnico e la crescita economica, perseguiti dall’Intelligenza Artificiale, anziché essere finalizzati al miglioramento della condizione umana, rischiano di tramutarsi, in una trappola, che sottrae all’uomo, sia come singolo individuo che come comunità, il controllo della propria sorte e, dunque, in ultima analisi, della libertà.

Come sostiene Éric Sadin (1973), filosofo specialista del mondo digitale, dietro la maschera dei buoni propositi, dichiarati dai sostenitori dell’Intelligenza Artificiale, si nasconde l’interesse mercantile dei grandi centri del potere mondiali. I quali, anche in occasione del Summit Internazionale di Parigi, hanno utilizzato una ”gigantesca consacrazione propagandistica” dell’Evento, che mira ad esaltare l’automazione crescente e irreversibile delle attività umane, a fini prettamente economici, affaristici e produttivi.

La prevalenza dell’intento utilitaristico, trascura, in questo modo, gli elementi tipicamente etici, che investono, di conseguenza e, in modo significativo, il mondo dell’istruzione scolastica, la quale,  storicamente, li ha posti, sempre, alla base di ogni processo umanizzante, centrato sulla dimensione culturale, creativa, sociale e civile dei singoli individui e della società in genere.

Gli aspetti negativi, che vengono sottolineati, riguardano, principalmente:

Sulla base degli elementi sopra descritti, ne deriva la considerazione che, in questo tipo di impostazione, come sostiene il pedagogista Torsten Husén:

Sua Maestà la Tecnologia, può essere una cattiva sovrana, se non si ricorda che al di sopra della tecnica vive l’uomo.

Inevitabilmente, dunque, tale prospettiva, creerà, nella società del futuro e, in modo particolare, all’interno delle istituzioni scolastiche pubbliche, minacciose situazioni di sofferenza e disorientamento degli insegnanti. I quali, sposando la filosofia della “innovazione digitale”, dovranno, in qualche modo, rivedere le competenze acquisite e alcune buone pratiche, già collaudate,  per  affidarsi  alle  nuove  indicazioni di imprenditori e ingegneri  dell’industria tecnologica, i quali potranno svolgere, in molti casi, anche una funzione vicariante  e sostitutiva del loro importante impegno di educatori.

Il Contro-Summit

Nella stessa data del Summit Mondiale di Parigi, svolto, presso il Théatre de la Concorde, della stessa città, è stata promossa, dal menzionato filosofo Éric Sadin, un’iniziativa di contrasto al Vertice mondiale, sopra indicato, che si configura come un vero e proprio Contro-Summit sull’Intelligenza Artificiale, allo scopo di attivare un percorso orientato a promuovere e difendere un “umanesimo del nostro tempo”.

A tal fine, è il caso di citare il suo libro “Io tiranno, la società digitale e la fine dell’uomo comune(Luiss University Express, 2022), nel quale egli sostiene il principio che la nuova tecnologia, creando nuove merci, che alimentano i nostri desideri, esalta un individualismo sfrenato e malato, che ci  disconnette dalla realtà, ci isola dagli altri e ci rende incapaci di creare un dialogo improntato  sul confronto interpersonale.

Si tratta di una provocazione estrema, ma che fa intravedere, comunque, i pericoli che le nuove generazioni siano sommerse da un deserto di tristezza valoriale, che annienta la ricchezza umana, che deve, invece, alimentare e potenziare le personali dotazioni native, nel rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. 

Lo studioso sostiene, dunque, con convinzione, che:

dobbiamo continuare a sperimentare altri modi di vivere. Altrimenti si rischia che la furia di tutti diventi la chiave dominante della nostra epoca.

Per citare, ancora, Carlo Sini,

nella società di massa… la retorica sofistica, che ha preso il posto della verità democratica, induce una quantità sterminata di persone incolte, violente e superstiziose ad usare strumenti tecnologici potenzialmente utili per dire sciocchezze e  perseguitare il prossimo, per il solo piacere di esistere nella loro misurabile volontà di potenza.

In conclusione, come si evince, anche, dal sopra citato documento dell’OCSE, è fondamentale rifondare l’impostazione di fondo dell’Intelligenza Artificiale, ispirandosi a principi e raccomandazioni, contenuti  nella dichiarazione di un nuovo scenario, per renderli “robusti, equi e affidabili”.

Lo scenario, riferito alle criticità sopra descritte, comporta la naturale domanda: “come si può intervenire se l’intelligenza artificiale non agisce nel nostro interesse, se non rispetta la privacy, se non tutela la nostra sicurezza e la nostra capacità di prendere decisioni libere?”.

A tale domanda si potrebbe rispondere che si tratta di fronteggiare il difficile compito di una sfida che, attraverso un processo  educativo e culturale, politico, a tutti i livelli, aiuti  la coscienza personale a corazzarsi, usando le giuste precauzioni e difese,  per  consentire ad ogni persona umana di continuare ad essere costruttore di senso e di significato della propria esistenza e del proprio futuro.

In definitiva, come nota conclusiva, si può, allora, affermare che l’Intelligenza Artificiale deve rappresentare, sempre più, per tutti, uno strumento di elevazione umana utile, necessario e potentissimo, ma solo uno strumento, da gestire in modo adeguato, con la consapevolezza etica che alla centralità dell’esistenza, può esserci soltanto l’uomo.

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