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DA MALE CATTIVO A LUPO BUONO

FILOSOFIA DEL MALE

Questo scritto vuole tentare un salto ideologico per osservare il buono che c’è nel Male, con l’onestà intellettuale di non ritenere il Male contrario di Bene e senza cadere nell’errore interpretativo di fare apologia. Semmai, apologia per dargli “dignità” ogni qualvolta gli scopi non siano distruttivi fine a loro stessi.

Si pensi alla caccia dell’Uomo primitivo senza la quale non sarebbe sopravvissuto: in questo caso il Male distruttivo è giustificato dal ciclo biologico della vita. Per il Male che ha ragion d’essere, basti ciò che avviene ogni qualvolta l’energia dell’impulso è indirizzata verso scopi umanitari e scientifici.

L’attenzione al lato buono del Male non ne esclude un sia pur esiguo accenno.

PONEROLOGIA, DIO, LIBERO ARBITRIO

“Ponerologia e Patocrazia” di Lobaczewski, psichiatra polacco, si pone come scienza sociologica e politica. Fu il frutto dell’esperienza carceraria durante la sottomissione della Polonia e della raccolta degli scritti segreti. Ponerologia è letteralmente “studio del male” e Patocrazia è “malattia al potere”. Nella Ponerologia si osservano le conseguenze del fenomeno empiricamente certo; nella Patocrazia, le caratteristiche di personalità e la genesi dei regimi totalitari.

Alla Grande Domanda: “Di chi è la responsabilità del Male?” si avanza la seguente risposta: non di Dio che lo permette come possibilità umana, e non di altri se non dell’esercizio del Libero Arbitrio, della cui scelta l’Uomo dovrebbe essere responsabile in ogni caso, eccetto nell’interdizione della volizione.

A Dio, secondo pensatori quali Sant’Agostino e Leibniz, si può ricondurre la creazione del Male fisico, come insegnamento dall’umana esperienza dolorosa. Per Socrate, il Male non si compie quando si decide di non compierlo (coscienza morale), il che presuppone la consapevolezza dell’azione contro il timore della punizione.

La dottrina di Mani, profeta iraniano, poggia sul dualismo dei due principi cosmici assoluti, Bene/Luce-Male/Tenebre, entità a sé stanti. Agostino d’Ippona, nel Libro VII delle Confessioni, sostiene che il Male esiste perché c’è mancanza di Bene. Ma tale mancanza si configura perché l’Uomo si allontana da Dio, e in ciò sta l’esercizio del Libero Arbitrio (Male morale).

    Tanti secoli e tante ermeneutiche sono passati, fino alle Neuroscienze, per le quali Male e Bene sono entrambi presenti a livello neuronale (cervello rettiliano) ed esperienziale.

    IL LUPO BUONO: TRASPOSIZIONE SIMBOLICA DEL BENE NEL MALE

    Nell’immaginario il Lupo è associato alla libertà, al coraggio, allo spirito selvaggio ma non alla distruttività senza scopo, infatti attacca per nutrire sé stesso e il branco. Nella mitologia nordica, il lupo bianco (Fenrir) è sia nemico che amico dell’Uomo come fonte di scoperte. Anche in quella greca, il Lupo rappresenta la Luce della Conoscenza.

    Nella favola moralistica, soprattutto quella greca di Esòpo, il Lupo è portatore di intuizione e coraggio e il suo esser Buono consiste nell’indurre ad ingegnarsi per superare il pericolo:

    Ultimo esempio è dato da Cappuccetto Rosso: normalmente si racconta del lupo cattivo e della bambina ingenua. Tutto vero, però l’inganno del Lupo si trasforma in necessità per Cappuccetto perché, davanti alla situazione, è costretta a sviluppare il senso di responsabilità.

    In ogni mente c’è un “Lupo-guida” che ispira strategie per difendersi dal pericolo e ascoltarlo significa conoscere qualcosa di nuovo delle cose del mondo. Citando Secondino Tranquilli (ovvero Ignazio Silone): “[…] non è sempre vero che il lupo cambia il pelo, ma non il vizio […]”. Cioè, il Male può non essere solo cattivo.

    Leggi anche: Pensare oggi: L’importanza dello studio della filosofia nella scuola primaria

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