Site icon IGEA Notizie

Autismo e Cucina: Progetti e Speranze per il Futuro

Autismo e Cucina Progetti e Speranze per il Futuro

Cos’è l’autismo?

L’autismo può essere definito come un’ incapacità innata e biologica, di creare contatti sociali in maniera normale (Kanner 1943).

Questa è una delle prime definizioni storiche date dell’autismo, attualmente facendo riferimento al manuale diagnostico DSM-5 non si parla più di condizione autistica, bensì di spettro dell’autismo; concetto molto più ampio; si passa quindi da una diagnosi di tipo categoriale dove il soggetto viene etichettato ad una diagnosi di tipo dimensionale dove vengono analizzate nel dettaglio le diverse caratteristiche della persona. Due sono le dimensioni su cui concentrarsi nel fare diagnosi:

  1. Deficit persistenti di comunicazione e interazione sociale in vari contesti che alterano quindi la qualità della vita del soggetto e delle sue figure significative.
  2. Comportamenti, interessi e attività a cui il soggetto si dedica, ristretti e ripetitivi; sono infatti presenti stereotipie e l’autistico spesso reagisce molto male ai cambiamenti improvvisi.

Però per meglio approfondire la tematica dell’autismo in generale rimando all’articolo della collega.

Autismo e selettività alimentare

Proprio perché il soggetto autistico presenta degli interessi molto ristretti, tra i sintomi si potrebbe trovare e viene infatti inserito all’interno del manuale diagnostico, un comportamento sensoriale atipico, cioè fuori dal normale, come la selettività alimentare, cioè il preferire determinati cibi, mangiando di conseguenza solo questi ed evitando completamenti quelli non scelti. Questa condizione viene associata a vari fattori sensoriali quali l’odore, il colore, la temperatura, la croccantezza e la consistenza di alcuni cibi. In particolare gli autistici mostrano preferenza per gli alimenti molto croccanti e salati ( Schreck e collaborari 2006).

Autismo e cucina

E’ possibile però migliorare questo tipo di comportamento, esistono infatti dei progetti che hanno avuto esito positivo, in cui soggetti affetti da autismo sono coinvolti direttamente in dei laboratori di cucina e ,loro stessi dovranno dedicarsi alla preparazione di alcune ricette, venendo quindi in contatto con alcuni degli alimenti esclusi dalla loro dieta a causa della selettività.

Nel seguente articolo si fa riferimento a due progetti in particolare svolti in due paesi diversi a distanza di quasi 30 anni:

  1. Il primo si svolge nel 1994 in Brasile con soggetti autistici, bambini e adolescenti, di età compresa tra i 3 e 15 anni,che frequentano l’associazione AMAS.
  2. Il secondo si svolge in Italia, si chiama progetto Tortellante ed ha avvio nel 2016 sotto la supervisione dello chef Massimo Bottura, coinvolgendo perlopiù adolescenti.

Per quanto riguarda il progetto in Brasile sono stati proposti ai bambini e ai ragazzi 5 laboratori diversi ( produzione di cupcake, impasto della pizza, preparazione della macedonia, assemblaggio di pane con il formaggio e preparazione di budini).

In una prima parte dei laboratori ai bambini e agli adolescenti vengono presentati i cibi e gli ingredienti con la massima libertà di movimento, potevano quindi toccarli, manipolarli ed assaggiarli, successivamente vengono invitati alla riproduzione delle ricette avvalendosi dell’aiuto di un professionista.

Mentre per quanto riguarda il progetto Tortellante i ragazzi vengono accolti a lavorare presso la Bottega del Tortellante dove tramite aiuto si dedicheranno alla produzione di pasta fresca.

Esiti del lavoro in cucina

Entrambi questi progetti hanno sicuramente avuto un esito positivo in varie aree.

La prima che si può considerare è la sfera sociale in quanto, entrambi gli studi dimostrano un miglioramento delle interazioni poiché i soggetti affetti da autismo hanno lavorato in un team composto da altri ragazzi come loro e da professionisti, e per necessità hanno dovuto interagire.

Altro aspetto che ne ha risentito positivamente è quello dell’umore in quanto questo è notevolmente migliorato durante e dopo lo svolgimento di queste attività, poiché i soggetti hanno aumentato il loro senso di autoefficacia e la loro autostima, perché si sono sentiti capaci nel fare qualcosa.

Inoltre i bambini e ragazzi hanno sviluppato una maggiore autonomia e un maggior senso di responsabilità in quanto si sono dovuti dedicare a delle attività complesse, legate anche alla vita quotidiana, come la preparazione di un panino con il formaggio, attività questa non scontata per i soggetti che rientrano nello spettro autistico. Questo tipo di attività sono molto utili anche per far si che il soggetto autistico si distacchi dalla figura significativa andando incontro ad una maggiore indipendenza.

Infine la selettività alimentare è nettamente ridotta poiché i bambini e i ragazzi sono venuti in contatto con diversi cibi e non solo, hanno avuto la possibilità di assaggiare, toccare, manipolare diverse consistenze, colori, temperature, sapori, gradi di croccantezza e ciò ha fatto si che si ampliasse il loro ‘’bagaglio alimentare’’ grazie alla libera sperimentazione.

Cosa aspettarsi per il futuro?

Il fatto che questi progetti svolti in tempi e paesi diversi abbiano ottenuto gli stessi risultati positivi dovrebbe invogliare i vari stati e comuni a promuovere questa tipologia di laboratori, in quanto vi è evidenza scientifica del fatto che i soggetti che rientrano all’interno dello spettro autistico, vanno incontro a vari miglioramenti.

Si dovrebbe sensibilizzare maggiormente riguardo allo svolgimento di queste attività poiché potrebbero essere davvero utili non solo per i ragazzi ma anche per tutte le figure significative.

Questi progetti hanno dimostrato la correlazione positiva che c’è tra autismo e cucina. E si dovrebbe senza dubbio continuare su questa linea cosi che i soggetti autistici possano andare incontro ad un netto miglioramento della loro qualità di vita, svolgendo un’attività diversa che apporta cambiamenti positivi in varie aree della loro vita.

Exit mobile version