La valutazione rappresenta un momento fondamentale e una delle componenti più significative del processo insegnamento/apprendimento, in quanto offre all’insegnante informazioni attendibili, in grado di controllare le varie fasi del percorso formativo degli allievi.
Essa può essere definita come un’operazione che attribuisce valore a un certo evento, mediante l’osservazione, l’accertamento, la registrazione, la lettura e l’interpretazione degli indicatori, concernenti il comportamento o la prestazione degli allievi.
Valutare, nel campo della didattica, significa confrontare i risultati ottenuti con gli obiettivi ipotizzati.
“In particolare, la valutazione del processo didattico rivela un’evoluzione di significati; il superamento delle funzioni selettive e delle metodologie orientate a fornire dati, fondamentalmente, sui prodotti, sulle prestazioni sportive quantitative dell’allievo e sulla loro applicazione nel breve termine”. (Dario Colella).
Finalità della valutazione
Il sistema di valutazione viene utilizzato per ottenere informazioni sugli effetti dell’insegnamento-apprendimento, riferiti :
- ai processi (valutazione formativa)
- agli esiti finali di un percorso formativo, in termini di conoscenze, abilità, competenze, comportamenti socio-affettivi, ecc. (valutazione sommativa)
- all’efficienza e all’efficacia del servizio educativo
Quale tipo di valutazione?
Normalmente, nel corso dell’attività didattica, gli insegnanti, gli educatori e gli istruttori utilizzano i seguenti tipi di valutazione:
- la valutazione quantitativa
- la valutazione qualitativa
- la valutazione mista
Quantitativa
La valutazione quantitativa si fonda sulla misurazione numerica, cioè:
- sulla rilevazione obiettiva mediante l’utilizzo dei test
- sulle caratteristiche dello sviluppo cognitivo
- sullo sviluppo dello sviluppo socio-comportamentale, utilizzando anche indagini sociometriche
- sugli aspetti comportamentali dell’allievo.
Il Test è uno strumento utilizzato per la valutazione oggettiva di un fenomeno e rappresenta una forma di misurazione standardizzata, che risponde a precisi e adeguati presupposti di validità, attendibilità, obiettività, standardizzazione di procedure e condizioni di somministrazione. Il test deve essere di facile applicazione e non richiedere strumenti sofisticati o costosi.
La validità di un test fornisce una verifica diretta ed oggettiva della misura in cui il test adempie alle proprie funzioni. In altre parole un test può essere considerato valido se misura, il più accuratamente possibile, ciò che è previsto debba misurare.
L’attendibilità è la condizione indispensabile per la validità del test, perciò bisogna tener presente che :
- è una misura della precisione del test o della misurazione
- è una misura che ci dà una certa assicurazione sull’assenza di errori di misurazione
- un coefficiente di 80 indica una buona attendibilità
- va considerato il concetto di SEM (Standard Error Measurement = Errore Standard della Misurazione)
- va considerata, inoltre, la deviazione standard
- l’obiettività di un test ci dice in quale misura il rilevatore può influire sul risultato del test stesso
La standardizzazione implica unità di procedure. Ciò significa che le condizioni di somministrazione devono essere le stesse per tutti in relazione ai materiali usati, la descrizione del test, il comportamento dei rilevatori, le disposizioni verbali impartite, le modalità di misurazione.
Questo tipo di valutazione, centrata sulla misurazione oggettiva, è generalmente usata con gli allievi che hanno raggiunto un buon livello di evoluzione, mentre per la fasce d’età infantili, dai 5 ai 7 anni, è consigliabile utilizzare la valutazione qualitativa, che viene sotto indicata.
Qualitativa
La valutazione qualitativa si fonda sull’osservazione sistematica che riguarda:
- la dinamica del processo di apprendimento
- le sue caratteristiche
- le caratteristiche psicologiche e comportamentali
Mista
La valutazione mista (di tipo sistemico) si serve di strumenti di tipo quantitativo e qualitativo integrati fra loro. I criteri di verifica sullo sviluppo di una o più competenze riguardano i seguenti ambiti specifici:
- quello relativo ai risultati ottenuti nello svolgimento di un compito o nella realizzazione di un prodotto,
- quello relativo a come un allievo è giunto a conseguire tali risultati,
- quello relativo alla percezione che l’allievo ha del suo lavoro.
Il primo ambito: riguarda i compiti di sviluppo e/o i prodotti che deve realizzare in determinate situazioni, ma anche in contesti differenziati (oltre i confini della familiarità e della ripetizione). Ciò comporta lo sviluppo di un’intelligenza duttile e flessibile in grado di adattarsi a situazioni sempre nuove (disponibilità variabile).
Il secondo ambito: implica una osservazione sistematica del comportamento dell’allievo studente mentre svolge il compito. Ciò comporta la definizione delle categorie osservative e degli aspetti specifici che caratterizzano una prestazione.
Il terzo ambito: evoca una sorta di narrazione di sé da parte dello studente sia come descrizione del come e perché ha svolto il compito assegnato in quella maniera, sia come autovalutazione del risultato ottenuto.
Ciò coinvolge la dimensione interdisciplinare dell’esperienza che prende forma anche nella capacità di raccontare le scelte operative fatte, di descrivere la successione delle operazioni compiute per portare a termine il compito assegnato, evidenziando eventualmente gli errori, i punti di forza e indicando la qualità non solo del prodotto (risultato, performance), ma anche del processo produttivo adottato.
La raccolta sistematica delle informazioni e la loro lettura e interpretazione permette di verificare se lo studente ha raggiunto un certo livello di competenza.
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La valutazione qualitativa nel processo di apprendimento del bambino
La valutazione del processo insegnamento/apprendimento si realizza attraverso una osservazione sistematica, relativa all’acquisizione, da parte dei bambini:
- delle capacità, delle abilità e competenze motorie, con particolare riferimento a quelle di tipo coordinativo (organizzazione, controllo, regolazione, adattamento, trasformazione del movimento),
- delle modalità di apprendimento e, soprattutto, della disponibilità ad apprendere.
Il criterio qualitativo della valutazione consente di identificare la riuscita di un compito, in assenza di dati numerici di riferimento.
In pratica, l’osservazione sistematica riguarda l’alternanza successo-insuccesso, adeguatezza-non adeguatezza. Posta in questi termini la valutazione si configura come una valutazione formativa, che si fonda non già sugli esiti strettamente cognitivo-prestazionali in situazioni standard (cioè relativi alla quantificazione di un “puro e semplice” apprendimento), ma consente all’insegnante di avere il termometro della situazione, nell’ambito di ogni tappa, del percorso di avvicinamento agli obiettivi ipotizzati ed attesi e, in caso di necessità, attivare interventi compensativi mirati.
Questa modalità valutativa, che ha una funzione regolativa, gli consente di adattare, riducendo o ampliando gli obiettivi stessi, alla luce dell’attività svolta e dei dati registrati, di assumere decisioni a più livelli, tali di determinare un’opportuna differenziazione e personalizzazione degli interventi didattici di rivisitare costantemente
Essa si distingue dalla valutazione sommativa, che consiste nel controllo finale per confrontare obiettivi attesi/ottenuti, accertare, tramite prove standardizzate (test), l’acquisizione di abilità tecniche, e il livello delle performances realizzate. Essa, che si pone in antitesi al processo, tende a congelare il tempo, ad isolare i risultati e le capacità dal loro “contesto di sviluppo”.