Inflazione alle stelle: Le abitudini di spesa delle famiglie italiane stanno subendo un cambiamento significativo a causa dell’impennata dell’inflazione, che ha raggiunto il 8,3% solo nel mese di aprile, e dei rincari generalizzati, in particolare sui prodotti di prima necessità come latte, pasta ed uova.
L’aumento dei prezzi ha colpito particolarmente i prodotti di prima necessità, come alimentari, carburanti e servizi energetici, che hanno registrato rincari significativi. Ciò ha messo a dura prova le famiglie italiane, che hanno dovuto far fronte a un aumento dei costi quotidiani.
Per Approfondimenti:
- Corso Online: La Casa Passiva
- Corso Online: Le Soft skills per il mondo del lavoro
- Corso Online: Comunicazione in tempi di crisi
L’incremento dei prezzi ha avuto ripercussioni anche sull’economia nazionale, con possibili effetti sulla crescita economica complessiva e sulla fiducia dei consumatori. Le imprese hanno dovuto affrontare costi di produzione più elevati, il che potrebbe aver limitato gli investimenti e la creazione di posti di lavoro.
Il governo italiano ha cercato di affrontare l’inflazione attraverso misure di politica economica, come l’adozione di politiche monetarie e fiscali adeguate. Tuttavia, l’efficacia di tali interventi nel contrastare l’inflazione è rimasta oggetto di dibattito.
Nel complesso, l’inflazione in Italia nel 2023 ha rappresentato una sfida economica significativa, con un impatto negativo sulle famiglie, sulle imprese e sull’intera economia nazionale. Il monitoraggio attento dei prezzi e l’adozione di strategie di gestione finanziaria sono diventate necessarie per affrontare questa situazione difficile.
Un’indagine condotta per analizzare lo stato attuale del settore del “largo consumo”, ha compreso i supermercati e i negozi di alimentari presenti in tutta Italia.
I risultati dell’indagine mostrano una diminuzione dei volumi di spesa nel primo quadrimestre del 2023, pari al -3,9%, a causa dell’inflazione dilagante. Tuttavia, il valore degli acquisti è aumentato del 10,5% a causa dell’aumento dei prezzi.
Le famiglie italiane, in questo contesto, preferiscono fare più visite ai negozi durante la settimana, ma con carrelli più leggeri. Questa scelta è motivata sia da una maggiore consapevolezza dell’impatto ambientale che dalle necessità di risparmio ed evitare acquisti superflui.
Il consumatore italiano medio ha aumentato la frequenza di acquisto del 3,7% ma ha ridotto del 7,4% il numero di prodotti nel carrello. La stessa tendenza si riscontra anche in altri Paesi europei come Spagna, Regno Unito, Francia e Germania.
Nonostante l’inflazione e la conseguente riduzione del potere d’acquisto, le famiglie italiane per ora non rinunciano ai consumi fuori casa. Infatti, il settore dell'”horeca” (bar, ristoranti e altri esercizi commerciali) ha registrato un incremento del 15,8% dall’inizio del 2023.
Il settore del “largo consumo” rappresenta un’importante filiera economica con un giro d’affari stimato oltre i 90 miliardi di euro. Comprende oltre 20.000 aziende attive nel panorama produttivo e impiega circa 330.000 lavoratori nei punti vendita in tutta Italia. La filiera è composta principalmente da operatori della grande distribuzione organizzata, ma include anche migliaia di piccoli imprenditori e negozi sparsi nei comuni italiani. Ogni anno vengono proposti circa 300.000 nuovi prodotti sugli scaffali, evidenziando l’attenzione verso l’innovazione e i mercati emergenti. Secondo gli analisti, nel prossimo futuro sarà importante monitorare il segmento dei consumatori over 60 e adattare l’offerta di prodotti a questa fascia di clientela.