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L’amore per le parole e le loro origini: Latino e Greco, i pilastri della nostra cultura

parole

Attraverso lo studio della lingua latina e di quella greca entriamo nella storia delle parole e quindi nella storia della nostra lingua, dell’italiano: la sintassi e la morfologia (come si legano le parole, le frasi, nella forma), il significato e il significante (la parola ed il suo significato), il lessico (l’insieme delle parole che fanno parte di una lingua), l’ortografia (il giusto modo di scrivere una parola), l’etimologia (la radice, l’origine) delle parole la ritroviamo solo risalendo al greco e al latino, traducendo dal greco e dal latino si impara a scrivere con una certa meticolosità e attenzione al dettaglio linguistico.

L’amore per le parole

Saper scrivere, l’amore per un italiano corretto, si evince in Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane, nella sua lezione  Esattezza scrive con testuali parole, a proposito della lingua italiana e di come viene vissuta, utilizzata dalle persone del suo tempo:

Alle volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare la l’espressione sulle formule più generiche, anonime e astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle nuove parole con le circostanze.

Porta l’attenzione anche a ciò che per lui è un’insoddisfazione personale, per questo preferisce lo scrivere al parlare, perché mentre parlare è peculiarità di chi velocemente ha in testa un pensiero, lo espone facilmente e sa con precisione quello che vuole dire, lo scrivere, “il bel dono dello scrivere” fa sì che l’elaborazione mentale avvenga molto più lentamente e le capacità di concentrazione e riflessione siano più sviluppate.

Torniamo quindi alla lezione del latino e del greco: come tradurre queste lingue, così antiche, porti necessariamente a strutturare un discorso logico e ordinato, utilizzando molto attentamente le nostre care parole.

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Il liceo classico: imparare l’arte delle parole e del pensiero attraverso il greco e il latino

Giustissimo, direi, iniziare affermando che lo studio della grammatica greca e latina permette di conoscere entrambe le culture da cui proviene la lingua italiana, e sia il greco che il latino “insegnano a pensare”: abilità intellettuali e logiche si sviluppano perché la traduzione, essendo sintatticamente non semplice, porta ad acuire le abilità logiche nella ricostruzione del senso di ciò che di vuol esprimere; si sta sulle parole, ci si sofferma e si cerca di ricostruire “pezzo per pezzo”, come un puzzle, per trovare la globalità del significato.
Il luogo deputato alla raffinatezza di tali doti è proprio il liceo classico, per dirla con le parole dello scrittore ed editorialista del Corriere della Sera, Massimo Gramellini:

”Il liceo classico non ti spiega come funziona il mondo ma ti abitua a chiederti “perché” […] Ti allena a creare una forma mentis per affrontare la vita e ti insegna a stabilire connessioni, trovare agganci nella testa per portarti fuori dai guai”.

Per cui, il liceo classico non è un luogo finalizzato alla formazione professionale, bensì alla acquisizione di cultura e sapienza, dov’è prioritario l’allenamento al pensiero critico, coltivando la mente.

Ragazzi appena usciti dalle scuole medie, poco più che quattordicenni, non potranno mai aver chiaro, sin da subito, il loro futuro; occorre quindi una scuola che apra le loro menti ed i loro orizzonti, li conduca a saper riflettere, per poi poter scegliere, alla fine del loro percorso, con più consapevolezza e serenità il loro percorso universitario.

I libri sono scrigni di parole, idee e pensieri da “maneggiare con cura”

Come afferma, la scrittrice e saggista, Paola Mastrocola:

E si può vivere addirittura senza libri: ma questo lo si pensa solo quando qui libri non si ha auto il bene di conoscerli. Se invece ci è stato concesso di incontrarli, ci sembreranno indispensabili. Solo quando abbiamo ricevuto in dono una ricchezza, che ci viene il pensiero di come sarebbe stato triste non riceverla.

Emerge un fortissimo Amore per i libri e la lettura, libri con un’anima, che parlano di noi e dentro noi fanno risuonare parole già esistenti (“Ogni lettore, quando legge, legge se stesso” M. Proust). I libri vanno rispettati, conservati e custoditi (Piccolo galateo per il corretto utilizzo dei libri – Officina Saggiatore), letti, riletti, e amati. Sono con noi e fanno parte del nostro essere, del nostro vissuto:


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