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La bugia nel bambino

bugia

La definizione di “bugia”, ossia falsa affermazione per trarre altri in errore, di solito a proprio vantaggio, è insita nell’uomo fin dalla nascita. Se pensiamo che un bambino già a due anni pronuncia il monosillabo “NO” invece di dire sì, capiamo quanto questa caratteristica ci appartiene e che soprattutto non ci abbandonerà mai nella vita.

Ma esiste uno “sviluppo” della bugia?

Innanzitutto è bene chiarire che la menzogna è una tappa evolutiva indispensabile e, come afferma la psicologa Paola Scalari: “raccontare storie è indice di intelligenza e, allo stesso tempo, è un modo per affermare se stessi nel cammino verso una maggiore autonomia“.

Come deve comportarsi un genitore di fronte alle bugie del proprio figlio?

Ovviamente è doveroso fare una precisazione in termini di prese di posizione differenti in base all’età del bambino: una bugia in un bambino di cinque anni ha un peso notevolmente diverso da quella di un bambino di dieci. Inoltre, alcune ricerche affermano che le “punizioni” non inducano a dire la verità e minacciare non serve a evitare l’utilizzo della bugia.

Dobbiamo, inoltre, precisare che esistono differenze tra le cosidette “bugie bianche” e “bugie nere“: le prime assolutamente leggere e innocue, che servono soprattutto a gratificare l’interlocutore o per non offenderlo, mentre le seconde, più egoistiche, dette a scopo di un vantaggio immeritato o a scapito di qualcun’altro, sono effettivamente dannose e socialmente inaccettabili.


Per approfondire l’importanza di adottare uno stile educativo positivo suggeriamo il corso online La relazione Genitori-Figli – Quale stile educativo?


Alcuni suggerimenti

Suggerimenti validi per evitare l’uso continuo e costante della bugia sono, ad esempio:

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