Le culture sono in costante cambiamento e le interazioni fra persone di paesi diversi generano nuove forme di sviluppo e innovazioni. Le culture interessano ogni attività umana e fra queste sicuramente anche il mangiare. La storia e il rapporto dell’uomo e del cibo è infatti straordinaria. Il cibo ci rivela la storia dell’essere umano, che per sopravvivere alla natura e proteggersi dagli animali e dagli eventi climatici ha dovuto stabilire un contatto con l’ambiente e la natura circostante. È stato in grado di accendere il fuoco e cuocere il cibo, distinguendosi in questo modo dagli animali. La scoperta del fuoco e la cottura dei cibi hanno permesso all’uomo di superare le insidie della natura e stabilire il fondamento della civiltà umana.
Il cibo mantiene in vita il legame con le proprie tradizioni e con la cultura di origine.
Il cibo rappresenta l’identità e l’appartenenza ad una cultura, e scegliere un alimento e il modo in cui cucinarlo ne rappresenta l’appartenenza ad un luogo. Il cibo racchiude significati culturali molto profondi e ne scandisce momenti della vita dell’uomo come feste religiose o anche cerimonie. Ogni cultura ha delle proprie regole sulla struttura dei pasti. Mentre in Italia si susseguono antipasto, primo, secondo e dolce in Oriente tengono conto prevalentemente dell’armonia di colori e gusti. Mentre in Europa sono molto sviluppati i prodotti come pane, pasta e bevande calde come ad esempio il nostro amato caffè, in estremo Oriente il riso rappresenta un alimento indispensabile nei pasti. E ‘all’interno di queste strutture che si possono notare anche molte proibizioni, scandite in particolare dall’ambiente religioso. Nel corso dei secoli i popoli, hanno subito diversi cambiamenti e per quel che riguarda l’influenza culturale del cibo in ambito politico e religioso ricordiamo ,ad esempio, che durante il Ramadan i fedeli musulmani rinunciano al cibo sino al tramonto, o il divieto per i musulmani di consumare carne suina, diversamente da quanto accade nei paesi Occidentali dove, invece, la carne occupa una posizione importante sulle tavole di molte persone. Per i fedeli Indu, invece, è vietato il consumo e la macellazione della carne bovina, dettato dalla condizione di sacralità attribuita alla vacca.
Mangiare per l’uomo non rappresenta solo un bisogno da soddisfare, ma anche un momento di convivialità. Consumare cibo rappresenta un momento non solo di socialità ma anche un modo per trasmettere valori, significati ed identità. Il cibo è da sempre in tutte le epoche, un indicatore di rispettabilità e condizione sociale, la scelta di un alimento piuttosto che di un altro sulla base del valore economico, del livello di rintracciabilità ne rappresentano un esempio. Infatti, ricordiamo l’usanza di ostentare ricchezza e lusso nelle antiche corti aristocratiche attraverso il cibo offrendo ai commensali più pietanze fossero necessarie. Il cibo è la giusta combinazione di gusto, olfatto, tatto e colori che rende i piatti di tutto il mondo diversi tra loro, ma con l’avvento e la diffusione dei fast food questo inizia a cambiare. La globalizzazione e l’industria alimentare hanno infatti cambiato il modo in cui noi consumiamo e cuciniamo il cibo. Infatti, a partire dagli anni 50 in Europa e lungo le strade di molte città, risulta impossibile non notare un fast food. Arredamento, colori, modo di cuocere i cibi, rendono uguale ogni fast food creando così’ un modello di cibo , molto moderno e di tendenza, che si allontana da quello tradizionale e tipico e dalle identità culturali dei popoli. Si può dunque affermare che il cibo ha un importante ruolo identitario nelle nostre vite, è oggetto e soggetto di cambiamenti sia relazione tra le persone che culturali e insieme alla lingua, alla religione, alla società alle tradizioni, ne rappresenta la cultura di un popolo. Assaggiare il cibo di un altro Paese significa scambio culturale!