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Criminologia e Terrorismo alimentare: Investigazioni scientifiche

terrorismo alimentare

Che cos’è il Terrorismo Alimentare

Il Terrorismo Alimentare (Food Terrorism) è definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “un atto o una minaccia di contaminazione deliberata di alimenti destinati al consumo umano con agenti chimici, biologici o radionucleari allo scopo di provocare lesioni o morte a popolazioni civili e/o di sconvolgere la stabilità sociale, economica o politica“.

In Italia, tali crimini vengono indagati tramite Investigazioni Scientifiche, attività che richiedono specifiche competenze, esperienze professionali e strumentazioni.

In particolare, nell’ambito delle Forze di Polizia sono presenti tre livelli di professionalità:

  1. i tecnici del sopralluogo, il cui compito è quello di individuare e repertare ogni eventuale traccia utile ai fini delle investigazioni;
  2. coloro addetti a fotografare la scena del crimine che a volte possono essere anche coloro che rilevano le eventuali impronte digitali e che prelevano campioni biologici;
  3. i tecnici di laboratorio, specialisti delle indagini scientifiche vere e proprie i quali hanno come compito quello di analizzare i vari reperti.

Prevenzione e controlli

Gli studi e le investigazioni scientifiche per la lotta ai crimini e al terrorismo alimentare si applicano ai sistemi di auto-controllo basati sull’HACCP che effettuano un controllo sul sistema di stabilimenti, per garantire la sicurezza sugli alimenti, tutta la filiera alimentare, dal prodotto grezzo a quello confezionato.

Grazie alle investigazioni scientifiche, infatti, è possibile riscontrare diversi microrganismi, come batteri, virus, micotossine e protozoi, che possono contaminare il cibo e causare diverse e svariate malattie. Un problema che aumenta sempre di più anche a causa dell’aumentare dello scambio di prodotti alimentari e dell’intensificarsi dei viaggi e delle migrazioni nel mondo.

Alcune delle maggiori e più diffuse tossinfezioni riscontrate negli alimenti sono, ad esempio:

Il profilo del terrorista alimentare

In caso di terrorismo alimentare, per individuare il possibile colpevole è fondamentale l’intervento del profiler, ossia colui che realizza il profilo del criminale.

Questo professionista si avvale di un percorso elaborativo che tiene conto del comportamento e della personalità del soggetto criminale e si avvale dei seguenti elementi:

A differenza degli investigatori tradizionali e delle Autorità Giudiziarie, a cui interessa soprattutto trovare il colpevole (e il movente), gli analisti di criminologia e antiterrorismo alimentare analizzano l’intera circostanza dell’atto criminale e del suo attore, avvalendosi di 7 parole chiave per creare il profiling del potenziale criminale:

Grazie a questo processo, gli analisti dei crimini alimentari hanno ricavato alcune caratteristiche tipiche della personalità del criminale.

Si tratta, solitamente, di persone provenienti da famiglie per lo più divise o lacerate, con un basso livello di autostima, che danno la colpa al mondo per essere nella situazione in cui si trovano. Hanno già violato molte volte la legge, ma non sono mai stati catturati e si sentono vittime, convinti di essere stati manipolati, dominati e controllati da altri. Spesso sono ideologizzati di teorie per lo più da teorie salutistiche, fanatici, e appartengono a organizzazioni terroristiche o similari che combattono contro il sistema (es: il “Fronte di Liberazione Animale”) o anche ecologiche.


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Le motivazioni del terrorismo alimentare

Le azioni di prevenzioni e di controllo riguardano soprattutto aziende alimentari, magazzini, ristoranti, mense scolastiche e aziendali, supermercati, punti di sbarco e dogane.

Nel corso degli anni sono stati riscontrati, ad esempio, presenza di micotossine nella frutta secca, di salmonella, acido cloridrico e solforico nei vini; melamina nel latte, latticini e nel burro; diossina nelle carni e nelle mozzarelle; presenza di larve, insetti, mosche e scarafaggi, muffe in insaccati vari; muffe nelle conserve, in panettoni, biscotti, caramelle, cioccolato, formaggi; residui di pesticidi in alimenti per animali da allevamento; presenza di mercurio in vari prodotti ittici, presenza del virus della mucca pazza nel latte di allevamenti di bufale.

Gli investigatori (come PS, Carabinieri, Forestali, GdF, Polizia Provinciale e DIA) e gli analisti d’intelligence investigativa hanno scoperto che dietro alla sofisticazioni e ai crimini alimentari ci sono, il più delle volte, organizzazioni criminali vere e proprie, come i clan della Camorra, della ’Ndrangheta e della Mafia, ma anche organizzazioni strutturate come un network, dedite al puro business e anche alla compra-vendita di svariati prodotti e traffici illeciti, incluso il materiale alimentare, a volte contaminato e dannoso per la salute dell’uomo.

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