L’autolesionismo tra gli adolescenti è un fenomeno preoccupante che richiede attenzione e intervento tempestivo. In Italia, i disturbi neuropsichici dell’età evolutiva colpiscono circa 2 milioni di bambini e ragazzi, con un’incidenza crescente.
Oltre all’ansia, alla depressione e alla rabbia, si osserva un aumento dei casi di autolesionismo, in particolare tra gli under 16. Tuttavia, il fenomeno è spesso sommerso, con molti giovani che vivono il disagio con vergogna e stigma.
Sintomi e cause dell’autolesionismo
È importante riconoscere i sintomi dell’autolesionismo per poter intervenire adeguatamente. I ragazzi che si autolesionano spesso sperimentano costante scoraggiamento, scarsa voglia di vivere e pensieri ricorrenti sulla morte o sull’autoviolenza.
La pandemia ha contribuito ad aggravare il fenomeno, con l’isolamento sociale e lo stress aggiuntivo. L’eccesso di emozioni negative, lo stress e la pressione scolastica sono fattori che possono portare all’autolesionismo. La mancanza di spazi intimi e riservati per condividere i problemi può aggravare ulteriormente la situazione.
Forme di autolesionismo
Esistono diverse forme di autolesionismo tra gli adolescenti. Il cutting, ovvero praticare tagli su braccia e gambe, è una delle modalità più comuni e coinvolge circa il 10% dei teenager, prevalentemente ragazze.
Altri comportamenti autolesionisti includono bruciarsi con le sigarette (burning), marchiarsi a fuoco la pelle (branding), grattarsi fino a far sanguinare, procurarsi lividi ed escoriazioni o strapparsi i capelli. Questi comportamenti cercano di alleviare l’angoscia emotiva e trovare un equilibrio precario.
Prevenzione dell’autolesionismo:
La prevenzione è fondamentale per affrontare l’autolesionismo tra gli adolescenti. Gli adulti di riferimento, come genitori, insegnanti e operatori sanitari, hanno un ruolo cruciale nel creare un ambiente sicuro e di sostegno per i giovani. Alcune strategie preventive includono:
- Educazione: informare gli adolescenti, i genitori e gli educatori sui sintomi e sui rischi dell’autolesionismo può contribuire a una maggiore consapevolezza e comprensione del fenomeno.
- Comunicazione aperta: favorire un dialogo aperto e sincero con gli adolescenti, incoraggiandoli a parlare dei loro sentimenti, delle sfide quotidiane e dei problemi che affrontano. Creare uno spazio di ascolto libero da giudizi può aiutare i giovani a esprimere le proprie emozioni in modo sano.
- Rete di supporto: assicurarsi che gli adolescenti abbiano accesso a una rete di supporto solida, composta da familiari, amici fidati, insegnanti o consulenti scolastici. Promuovere l’accesso a servizi di counseling o psicoterapia qualificati può essere di grande aiuto.
- Riduzione dello stress: favorire stili di vita sani, che includano una buona alimentazione, attività fisica regolare e un adeguato riposo. Inoltre, incoraggiare gli adolescenti a sviluppare strategie di gestione dello stress, come la pratica di tecniche di rilassamento o l’adozione di hobby che li appassionano.
- Sensibilizzazione sulla salute mentale: promuovere la consapevolezza sulla salute mentale nelle scuole e nella comunità può aiutare a ridurre lo stigma associato all’autolesionismo e a fornire informazioni e risorse a coloro che ne hanno bisogno.
Come intervenire e fornire supporto
Quando si sospetta che un adolescente stia praticando l’autolesionismo, è fondamentale adottare un atteggiamento accogliente e rassicurante anziché giudicante. Gli adulti devono evitare di puntare il dito accusatorio, poiché ciò può peggiorare il disagio del giovane.
Sostenere e ascoltare attentamente il ragazzo senza giudicare il suo dolore è essenziale. Alcune micro strategie utili includono dimostrare attenzione senza essere invadenti, evitare distrazioni come l’uso del cellulare durante i momenti di comunicazione e guardare negli occhi il giovane per dimostrare un reale interesse.
Nel trattamento dell’autolesionismo, è importante considerare eventuali disturbi ansiosi, depressivi o psichiatrici correlati. Se presenti, questi disturbi devono essere trattati tempestivamente insieme al sintomo dell’autolesionismo.
Nel caso in cui non vi siano patologie di base, il supporto psicologico o psicoterapico può essere sufficiente. Questo tipo di intervento aiuta il giovane a sviluppare consapevolezza sull’autolesionismo, individuando i fattori predisponenti e gli scatenanti.
L’obiettivo è imparare a esprimere le emozioni in modi più sani ed evitare la violenza sul proprio corpo. Con un trattamento tempestivo ed efficace, l’autolesionismo può essere risolto senza conseguenze durature sullo sviluppo del giovane.
L’autolesionismo tra gli adolescenti rappresenta un problema serio che richiede attenzione e intervento. È fondamentale riconoscere i sintomi e fornire un supporto adeguato, evitando giudizi e critiche.
L’ascolto empatico e l’offerta di un ambiente sicuro sono essenziali per aiutare i giovani a superare l’angoscia emotiva e sviluppare strategie più sane per gestire le loro emozioni. Inoltre, il trattamento tempestivo dei disturbi sottostanti è fondamentale per affrontare l’autolesionismo in modo completo. Lavorando insieme, famiglie, educatori e operatori sanitari possono offrire il sostegno necessario per aiutare gli adolescenti a superare il ciclo dell’autolesionismo e promuovere il loro benessere emotivo complessivo.
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