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Adolescenza e tecnologia: l’innovazione nel cambiamento

L’adolescenza, periodo di transizione obbligato, vede l’adolescente alle prese con una serie di cambiamenti della propria persona: anatomici e fisiologici, sessuali, comportamentali, cambiamenti sociali, relazionali e cognitivi. È durante tale periodo che il cervello si struttura e si sviluppa, andando a definire quelle che saranno le connessioni neurali implicate nei processi di ordine superiore afferenti alle competenze cognitive, emotive, relazionali e affettive.

E in un’aria di pieno cambiamento, su un suolo fatto di tanta incertezza e insicurezza, vengono gettate le basi di quello che sarà l’adulto.

L’area cognitiva e il grado con il quale essa riesce a fronteggiare il cambiamento, si fanno predittivi di quella che sarà la riuscita nella gestione e regolazione di tutti gli altri comparti mutevoli, nonché del benessere dell’individuo.

Il disagio dell’adolescente

Non c’è da stupirsi.

Quando nulla si sa, solo l’incertezza diviene la sicurezza, soverchiando la persona e generando un disagio psicologico pregno di una sfaccettata gamma di emozioni quali ansia, paura, rabbia, tristezza: un bagaglio emotivo di enorme fattezza che l’adolescente deve riuscire a gestire per poter procedere in quello che è un percorso di sviluppo personale sano.

Il benessere individuale è sorretto dalla salute mentale.

Con il termine disagio psicologico si va a delineare uno stato manifesto da sintomi emotivi, comportamentali e mentali che investono la persona nella sua totalità, tanto da poter compromettere il proseguo della quotidianità. Il disagio psicologico insorge come evento temporaneo e che, se continua a permanere, sfocia in situazioni di vera e propria difficoltà e sofferenza psichica, fino ad approdare alle malattie psicologiche.  I sintomi possono variare di persona in persona, ma sensazioni di stanchezza, tristezza o disperazione tendono a prevalere.

Il peculiare momento dell’adolescenza, vede gli adolescenti (specie i preadolescenti e coloro che non sono supportati adeguatamente) esposti ad una pluralità di fattori che concorrono a favorire l’esordio ed il mantenimento del quadro psicopatologico. Fra questi fattori si trovano quelli psicologici e relazionali, quelli educativi ed affettivi e quelli socio-ambientali.

Sovente questo disagio non è verbalizzato, ma viene vissuto dall’adolescente in modo privato, con una sofferenza interiore sorda e silenziosa; tuttavia, quando il disagio psicologico viene reso manifesto, spesse volte è palesato con atti ad alta intensità, che trovano risonanza nelle prime pagine delle testate giornalistiche.

Stress, droga, alcol, maltrattamenti, violenze, abusi, atti lesionistici autodiretti ed anche eterodiretti, sino a giungere a gesti estremi come il suicidio, divengono spesse volte il canale comunicativo del forte disagio psicologico che l’adolescente sta affrontando, senza capacità di metabolizzarne il contenuto, acquisendo consapevolezza e, dunque, gestione.

La morte per l’adolescente è vissuta come qualcosa di molto lontano a lui, un concetto meramente teorico e che può essere sfidabile in quanto è un rischio che non si correrà mai. L’adolescente ricorre ad un gesto dalla levatura così estrema e non negoziabile in quanto è vista come l’unica soluzione possibile per poter privarsi del disagio psichico, del dolore mentale.

Oltre ai fattori sopra elencati, vi è anche la tecnologia.

I giovani del mondo attuale sono detti nativi tecnologici in quanti figli dell’era tecnologica e, nelle sue braccia, progrediscono e sviluppano i propri assetti cognitivi che caratterizzeranno l’adulto del futuro che si sarà.

Parlando di statistiche, l’Italia con l’85% della popolazione è il terzo paese al mondo per utilizzo di smartphone:

–        sono circa 8.200.000 giovani adolescenti (età compresa tra i 12 ed i 25 anni) che crescono nella società tecnologica;

–       circa il 95 %degli adolescenti di età compresa fra i 14 ed i 19 anni soffrono di dipendenza da internet;

–        1 adolescente su 4 è sempre connesso;

–        1 adolescente su 5 si sveglia nel cuore della notte per visionare le notifiche;

–        1 adolescente su 10 sperimenta il vamping (vampiri dei social media): esordio ricondotto al 2014 e studiata in modo puntuale, trattasi di una pratica in voga tra gli utenti più giovani, di tardare sempre più l’andare a dormire fino a restare svegli fino all’alba, condividendo dei post, dei messaggi, giocando, guardando dei video o scrollando tra i feed delle reti sociali;

–        circa il 10% afferma di essere insoddisfatto della vita, delle relazioni sociali (con i pari ma anche con le figure familiari), della salute e vivono difficoltà emotive, con prevalenza di forme depressive o ansiose;

–        percentuale compresa tra l’1 e il 4% accusa problemi derivati dall’utilizzo della tecnologia;

–        gli adolescenti sviluppano dipendenza tre volte più degli adulti.

Nel mondo digitale, l’adolescente trova una cassa di risonanza di quello che è il suo sentirsi ed essere in quel particolare frangente della sua vita, tanto da divenire lo specchio nel quale si riflette. Nella realtà virtuale si assottiglia notevolmente il confine con ciò che è reale e ciò che non lo è ed è proprio sul web che gli adolescenti sublimano il proprio bisogno di identificazione, accettazione e conferma.

IL FASCINO DELLA TECNOLOGIA PER L’ADOLESCENTE

Oggi, avere uno smartphone equivale ad avere in tasca il mondo e tutto quello che in esso vi accade. Dato che la curiosità sociale esercita già di per sé un richiamo irresistibile, con la tecnologia si è assistito ad un upgrade, elevandone la fascinazione.

È così elementare: basta prendere il telefono, avere una connessione ad internet ed il gioco è fatto. L’accessibilità è garantita, comodamente da qualsiasi luogo e per tutto il tempo che si desidera, senza limitazioni.

L’adolescente si trova proiettato in uno spazio non spazio ed in un tempo non tempo, senza alcun tipo di confine, adoperato per contattare altre persone senza barriere geografiche, raccogliere informazioni di qualsiasi natura e genere, sanare tutte le curiosità possibili, eliminare ciò che non piace chiudendo una schermata.

Si entra in un meccanismo di baratto con la tecnologia proiettando in essa tutte le sue emozioni difficili (ansie, angosce, paure, mancanza di autostima e fiducia in sé) e da essa preleva la percezione illusoria di avere comando e controllo, in quanto tutto ciò che è indagato sul web può essere monitorato e raggiunto con un semplice tocco dello schermo.

Il reagazzo si sente potente fintanto che permane quello stato di comando e controllo virtuale. Tuttavia, nel momento in cui rientra nel mondo reale, esperenziando la soggettività interagente dell’altro, completamente libera dalla sua volontà ed imprevedibile, ritorna lo stato di malessere psicologico accompagnato anche da una frustrazione latente derivante dal fare sul web.

Tant’è che non sono pochi i casi in cui la navigazione in sé lascia l’utente con una sensazione di incompiutezza rispetto a tutto ciò che è stato possibile fare durante la connessione o al tempo trascorso.

ADOLESCENTE REALE ED ADOLESCENTE VIRTUALE

L’insicurezza, la timidezza, la sensibilità marcata, l’introversione, la non accettazione di sé, il senso di inadeguatezza, l’ansia profusa, la vergogna ed il senso di imbarazzo sono dimensioni che non interferiscono nelle relazioni che l’adolescente allaccia nel mondo virtuale.

Tutto è agevolato dalla protezione dello schermo, che nasconde dal conoscere chi si cela dall’altra parte. Motivo per il quale, per l’adolescente risulta di gran lunga meno dispendioso e complicato, in termini emotivi, interfacciarsi con altre persone su una chat, a differenza del dialogo verbale nella vita reale. Questo, può far sentire meno soli e in parte lo è, con il giusto utilizzo dello strumento.

Sono numerosi i casi di adolescenti che acquisendo questa nuova area tecnologica come comfort zone, rifugiano in essa assiduamente, sostituendola completamente alla vita reale. In questo caso si parla di dipendenza patologica dalla tecnologia e da internet, ossia quella condizione dove l’interazione fra l’essere umano con una sostanza, elemento o evento innesta risposte comportamentali mantenuti da funzioni di rinforzo ad avere accesso ancora a quella sostanza, elemento o evento caratteristica di un bisogno compulsivo, continuativo e periodico, al solo scopo di provare gli effetti psichici e di evitare gli effetti della privazione.

Un caso tipico è quello della Sindrome dell’Hikikomori.

L’ADOLESCENZA E LA TECNOLOGIA: QUANDO L’INNOVAZIONE DIVIENE AUSILIO

Come per ogni cosa, dal buon utilizzo ne deriva buon apporto.

Lo strumento tecnologico, adoperato adeguatamente, si palesa essere un grandissimo alleato per l’adolescente (e non solo): un mezzo per apprendere come affrontare e gestire situazioni emotive ad intensità elevata, per riuscire a integrarsi con gli altri, per svagarsi e divertirsi incentivando la creatività.

Le relazioni sono ingaggiate dall’adolescente con più facilità e sono un ottimo incentivo per quella che è l’autostima e la fiducia in sé, come anche nella percezione della propria persona. I giovani adolescenti riescono, mediante questo canale tecnologico, a sentirsi meno soli e a non percepire in modo debilitante il giudizio altrui.

Si palesa quella che è la reale natura della tecnologia: una palestra cognitiva nella quale ci si può preparare, con training specifici in base ai propri interessi e necessità, a quella che è la vita reale, al di fuori del mondo virtuale.

Il mondo virtuale è presente in modo massivo nella vita quotidiana di ogni individuo e l’uso congruo permette di vedere anche miglioramenti nelle autonomie, nell’indipendenza e anche in quella che è la salute sia fisica che mentale; basti pensare alle applicazioni che nascono per fare allenamento sportivo, oppure alla possibilità di sostenere sedute psicologiche da remoto, allo sviluppo innovativo- tecnologico della medicina, allo smart working.

Adoperare correttamente i device tecnologici permette un miglioramento del benessere individuale, perno che sorregge la salute mentale.

COME AFFRONTARE LA TECNOLOGIA NELL’ADOLESCENZA

L’adolescenza mette a dura prova l’individuo e tutta la gamma di capacità e schemi che ha acquisito sino a quel momento vengono messi in discussione. Cercare soluzioni a momenti di disagio e di sofferenza è ciò che si attua, attraverso qualsiasi modalità e a qualsiasi investimento richiesto.

Si fa necessario educare i giovani adolescenti ad un congruo uso della tecnologia e a tutti gli apparecchi tecnologici disponibili. In questo contesto, è la figura dell’adulto ad essere cruciale in quanto si fa promotore dell’educazione e della prevenzione da tutte quelle condotte disfunzionali che si traducono in comportamenti potenzialmente dannosi per sé e per gli altri.

Implementare la tecnologia è una pratica da farsi in modo graduale e con cognizione di quello che è l’utilizzo e la finalità. I genitori (e i caregiver) prestano sé come modelli educativi, sostenendo l’adolescente in quello che è il processo relazionale con i pari attraverso scambi e confronti, e nella corretta percezione del mondo circostante non come solo ambiente minaccioso ma anche come ambiente pregno di elementi aumentativi l’apprendimento di sé e delle proprie caratteristiche.

Educare all’utilizzo della tecnologia significa fornire l’adolescente tutte le informazioni sulla tutela della privacy online e su come occorre comportarsi, in modo critico e coscienzioso, rispetto al web.

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