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Carmen Pagano

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Carmen
Pagano

EDUCAZIONE: UN CONCETTO DI RELAZIONE

EDUCAZIONE, quante volte sentiamo pronunciare questa parola e quante altre volte, il suo significato, - nonché l’universo che racchiude attorno a sé-, sembra un qualcosa di scontato, quasi insolito, quanto il nostro modo di poter cambiare qualcosa, di poter appunto “educare’’. Il termine “educazione”, viene utilizzato molto spesso in tutti gli ambiti della quotidianità, in famiglia, a scuola, in attività sociali per designare quello che, da sempre, viene inculcato e che discende dalle buone norme sociali, dalle buone maniere. Nonostante la superficialità con la quale viene trattato un tema molto importante, quale l’educazione, al fine di conoscerne tutti gli aspetti e i ruoli che tale tema ricopre in tutti gli ambiti della vita, bisogna comprenderne il vero significato, a partire dall’antica etimologia. La parola educazione deriva da due verbi latini:

  • éduco (edere) che significa nutrire, allevare;
  • edùco (ex-ducere) che significa tirar fuori, far uscire.

 

Partendo dall’etimologia, è possibile definire inoltre, altri due aspetti connessi all’educazione riguardanti il fatto che l’educazione comprende sia il processo di trasformazione del soggetto che matura attraverso le proprie esperienze all’interno del contesto sociale, sia perché -al pari del nutrirsi-, l’educazione costituisce una necessità vitale dell’uomo. Inoltre, da queste accezioni, è possibile far leva sulla doppia funzione dell’educazione e sul ruolo centrale che ricopre chi si occupa dell’educazione: in generale, coloro che formano le persone, ma più nello specifico gli educatori. I soggetti dell’educazione sono l’educatore e l’educando e l’educazione riguarda quel processo che li lega in una relazione educativa, una relazione imprescindibile. La sua caratteristica fondante è che essa è sempre relazione, riguarda cioè la consapevolezza del legame educativo tra educatore ed educando. Essa è asimmetrica in quanto l’educatore esercita un ruolo importante quanto l’educare stesso, cioè responsabilizza, guida l’educando affinché possa rapportarsi con la società e viverci, secondo quello che viene definito l’agire educativo, il quale prescinde dall’inculcare solamente buone norma di condotta e di maniere, quanto invece, possa condurlo nelle azioni formanti il suo essere. Educare, significa trarre fuori, condurre ed è proprio quello il ruolo dell’educatore dinnanzi al suo agire educativo, ovvero quello di condurre il fanciullo. Il lavoro degli educatori rientra in quella categoria di ruoli che non sempre sono facilmente “gestibili”, sia in termini di formazione, sia in termini di utenza. Gli educatori fondano il loro lavoro sull’agire educativo della loro professione: essi conducono, aiutano e progettano per poter impostare dei modelli educativi da poter seguire all’interno dell’azione educativa. Difatti, importantissima, è la progettazione educativa a cui gli educatori fanno riferimento nell’attuazione di progetti destinati agli educandi. Fondamentale, nel lavoro educativo, è che quest’ultimo si concentri su alcuni ambiti principali che riguardano la formazione di buone competenze relazionali e gestionali e l’attenzione ai contenuti educativi da proporre. Da qui, emerge come il lavoro educativo non si esplica tanto nell’adozione di norme per gestire il gruppo, bensì nel ricercare quella che viene definita la dimensione metodologica e pedagogica all’interno della progettualità educativa.