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Superare le barriere architettoniche: il bonus che trasforma gli spazi

Il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche rappresenta una detrazione del 75% sulle spese sostenute per gli interventi volti a rimuovere ostacoli fisici che limitano la mobilità di chiunque, in particolare di coloro con ridotte o impedite capacità motorie permanenti o temporanee. Queste barriere includono ostacoli che rendono difficoltoso o impossibile l’utilizzo comodo e sicuro di parti di edifici, attrezzature o componenti, nonché la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che facilitino l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo, in particolare per persone non vedenti, ipovedenti e sorde.

Inoltre, l’accessibilità deve essere garantita negli spazi esterni e nelle parti comuni degli edifici, rispettando i criteri e i parametri stabiliti dal Decreto Ministeriale del 14 giugno 1989, n. 236.

Questo bonus è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2022 (articolo 1, comma 42) e prorogato fino ai tre anni successivi dalla Manovra 2023. Di conseguenza, la detrazione è valida per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025, anziché entro il 31 dicembre 2022 come inizialmente previsto.

Per ottenere questo credito in compensazione, è necessario seguire le procedure indicate nella Risoluzione AdE n. 19 del 2 maggio 2023, che stabilisce anche i nuovi codici tributo validi a partire dal 1° aprile 2023.

Ora, vediamo chi ha diritto a questo bonus e come fare richiesta.

A chi spetta il bonus

Questo bonus è disponibile per chiunque, inclusi privati cittadini e imprese, che richieda la detrazione IRPEF del 75% dimostrando di aver sostenuto spese volte a rimuovere barriere architettoniche. In particolare, possono usufruirne:

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che questi lavori sono agevolabili anche se nell’edificio non risiedono persone disabili o anziane. Inoltre, le imprese possono richiedere il bonus anche per gli immobili di loro proprietà assegnati in locazione.

Poiché la norma riguarda immobili già costruiti, senza specificare i requisiti dei beneficiari, l’Agenzia delle Entrate ha confermato che le società possono richiedere il bonus per gli interventi sugli immobili posseduti o dati in locazione. Questo vale sia per i beni patrimoniali che per quelli strumentali.

Come funziona il bonus

Questo beneficio si applica esclusivamente alle spese documentate sostenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2025 (grazie alla proroga introdotta dalla Legge di Bilancio 2023) per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici esistenti. La detrazione è pari al 75% e si calcola su un importo complessivo che non superi:

Vediamo ora i dettagli su come richiedere questo bonus.

Come richiedere il bonus

Per ottenere il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche, è sufficiente includere le spese nella dichiarazione dei redditi, e la detrazione sarà riconosciuta in un arco di dieci anni, anziché cinque, grazie alle nuove disposizioni introdotte dal Decreto blocca cessioni convertito in Legge.

In alternativa, è possibile ottenere il beneficio in modo più immediato attraverso:

A differenza di altri bonus per l’edilizia e il Superbonus, il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche consente ancora la cessione del credito e lo sconto in fattura, nonostante le restrizioni introdotte dal Decreto blocca cessioni convertito in Legge.

Quali sono le spese ammissibili

Le spese ammissibili per questo bonus includono:

Tuttavia, non sono ammissibili le opere relative a immobili di nuova costruzione, anche se finalizzate alla rimozione delle barriere.

Per ottenere il bonus, è necessario che i pagamenti siano tracciabili e documentati in modo adeguato.

Infine, è importante notare che il Decreto Antifrode (Decreto Legge n. 157 dell’11 novembre 2021) ha introdotto l’obbligo di trasmettere all’Agenzia delle Entrate il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta il diritto alla detrazione d’imposta, nonché la congruità delle spese sostenute rispetto agli interventi realizzati, per spese superiori a 10.000 euro e per chi sceglie lo sconto in fattura o la cessione del credito.

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