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Rabbia e cancro: il ruolo delle emozioni nella malattia

Rabbia e cancro: il ruolo delle emozioni nella malattia

La rabbia è un’emozione negativa, che produce nel corpo modificazioni fisiologiche che non sono piacevoli, come vasodilatazione sanguigna, accelerazione dei battiti cardiaci, tensione muscolare ecc., e risulta conseguente alla frustrazione e soprattutto all’ingiustizia.

Da tempo, gli studiosi si sono chiesti se esista una relazione tra rabbia e cancro e ne hanno dedotto che la presenza di una rabbia intensa, persistente e repressa possa svolgere un ruolo nell’evoluzione e nel decorso di questa grave patologia.

I primi a sostenere che il comportamento razionale ed antiemotivo predispone allo sviluppo di malattie oncologiche sono stati il sociologo tedesco Ronald Grossarth-Maticek e lo psicologo tedesco Hans Eysenck.

Gli studiosi hanno evidenziato come, a causa di un incremento dell’attività parasimpatica e ad un’alterazione del sistema immunitario, si riducono le difese dell’organismo e conseguentemente l’individuo risulta maggiormente esposto all’insorgenza di malattie come la depressione, l’HIV e il cancro.

In particolare si riscontra, a livello del sistema immunitario, una ridotta attività del sistema linfocitario e delle cellule natural killer deputate al riconoscimento e alla distruzione delle cellule tumorali.

Rabbia e cancro: la compromissione del sistema immunitario

Come sottolineato da alcuni studiosi, la rabbia repressa persistente è implicata in una compromissione del sistema immunitario in generale.

La rabbia, tra le molte modificazioni fisiologiche, causa anche il rilascio del cortisolo, l’ormone dello stress prodotto dalle ghiandole surrenali che interviene in numerosi processi importanti come ad esempio il metabolismo, la secrezione degli ormoni, la funzionalità cardiaca, il sistema immunitario ed è inoltre coinvolto nel funzionamento del cervello, influenzando la plasticità neuronale.

Mentre livelli adeguati di cortisolo permettono al corpo di attivarsi e al cervello di essere performante, un eccesso di cortisolo può causare uno squilibrio di zucchero nel sangue, può sopprimere la funzione della tiroide e diminuire la densità ossea, rendendo vulnerabile il sistema immunitario. La ricerca dimostra che la gente che soffre di rabbia cronica sviluppa raffreddori frequenti, infezioni, asma, malattie cutanee e artriti.

Quando il sistema immunitario viene indebolito, diventa vulnerabile e conseguentemente siamo maggiormente esposti all’insorgenza delle malattie. Alcuni ricercatori (Penedo, Dahn, Kinsinger, Antoni e Molton) hanno evidenziato la presenza di una maggiore citotossicità delle cellule Natural Killer (NK) del sistema immunitario, quando la rabbia non è stata soppressa in un campione di 61 uomini.

Le cellule natural killer sono i linfociti del sistema immunitario che svolgono la funzione di prima difesa contro le infezioni da virus, batteri, parassiti o trasformazioni maligne. I granuli citotossici rilasciati dagli agenti patogeni (un virus, un batterio ecc.) sulla superficie della cellula bersaglio sana, penetrano la membrana cellulare e inducono la morte cellulare programmata. Questo è il meccanismo, con il quale le sostanze tossiche, attaccano l’organismo e lo fanno ammalare, indebolendo il sistema immunitario.

Gli studi sul legame tra rabbia intensa e persistente e cancro sono ancora molto pochi, ma sembra che ci sia un collegamento con alcuni specifici tipi di cancro quali il cancro al seno ed i tumori della prostata, del polmone e del colon-retto.

Personalità di tipo C o Cancer-Prone Personality (essere inclini al cancro)

Negli anni ’80 alcuni studi hanno messo in evidenza diverse caratteristiche di personalità ricorrenti, che hanno portato all’elaborazione di un modello di personalità definito di “Tipo C” o “Cancer-prone personality”.

Questo stile di personalità, si caratterizza per una tendenza comportamentale caratterizzata da un insieme di atteggiamenti, come ad esempio, passività, accondiscendenza, conformismo, e tratti emozionali come la tendenza a reprimere le emozioni ed in particolare la rabbia e l’aggressività.

La principale caratteristica di queste persone è che preferiscono la logica ai sentimenti. Di seguito un elenco di alcuni tratti comuni alle persone con personalità di tipo C:

  • introversi, tranquilli;
  • attenti ai dettagli, amano la precisione;
  • creativi, talentuosi;
  • controllanti;
  • passivi verso gli altri e pessimisti;
  • molto concentrati;
  • tendenza alla perfezione;
  • preferiscono lavorare da soli;
  • reprimono le emozioni perché odiano il litigio ed il conflitto.

La continua repressione delle emozioni negative si tradurrebbe, in questi soggetti, in un’iperattivazione ripetuta del sistema neurovegetativo che, a lungo termine, porterebbe alla compromissione della risposta immunitaria. Questo tipo di personalità si situa al polo opposto della personalità del tipo A caratterizzato da aggressività, scarso controllo delle emozioni, competitività, ambizione, urgenza temporale. Questi soggetti sono invece maggiormente predisposti all’insorgenza di disturbi cardiovascolari.

Mentre i soggetti di tipo C presentano un elevato controllo delle emozioni, i soggetti di tipo A mostrano un’espressione aperta e incontrollata delle emozioni.


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Combattere la rabbia con la consapevolezza

In conclusione, è fondamentale porre una costante attenzione al modo in cui pensiamo e sentiamo, dal momento che ha un impatto determinante sul nostro stato di salute e sul nostro sistema immunitario.

È necessario saper riconoscere la relazione/interazione tra mente, emozioni e corpo, riconoscendo schemi di pensiero e di comportamento profondamente disfunzionali per prevenire la malattia e rafforzare il nostro sistema di difesa.

Nei pazienti oncologici, la mindfulness, una pratica sviluppata a partire dalla meditazione orientale buddhista, ha dimostrato efficacia nel modulare gli intensi stati di rabbia, ansia e depressione associati alla patologia neoplastica.

Infatti, la condizione di vulnerabilità a cui è esposto chi si ammala di tumore implica elevati livelli di stress psicologico laddove l’attenzione è concentrata sulle sofferenze fisiche ed emotive, mentre la mente oscilla tra ciò che si è perso con la malattia, e un futuro incerto e carico di preoccupazioni e paure.

La meditazione consente di focalizzare l’attenzione sul presente, vivendo momento per momento, con un atteggiamento non giudicante, interrompendo il circolo vizioso di pensieri ansiogeni e terrificanti.


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