L’importanza della scrittura a mano
Si susseguono negli ultimi tempi numerosi studi e articoli in merito all’importanza dell’uso dell corsivo e della scrittura a mano. In un approfondimento del National Geographic, si sottolinea come dal miglioramento della concentrazione al rafforzamento dei percorsi cognitivi, scrivere a mano offra benefici neurologici significativi sul modo in cui assorbiamo e conserviamo le informazioni.
Se chiudessimo gli occhi e pensassismo a una mano che scrive, molto probabilmente nella nosra mente si visualizerebbe una mano con una penna in mano. L’immagine della mano con una penna è così condivisa che se in un motore di ricerca scrivessimo “mano che scrive” e volessimo visualizzare solo immagini, le prime, nella gran parte dei responsi, sarebbero mani che impugnano una penna. Talvolta si potrebbe vedere anche l’imagine di una mano con una matita.
Pensare quindi all’atto di scrivere, fa associare l’azione a uno strumento principe: la penna.
C’è penna e penna
Nelle scuole italiane, sempre più diffusamente si nota come nei primi anni della scuola primaria, si faccia un uso massivo di penne cancellabili (talvolta anche nelle scuole secondarie di primo grado). Di diversi colori, formati, consistenze, le penne che permettono la scrittura e cancellatura ripetuta, sono molto presenti negli astucci dei bambini e delle bambine della scuola primaria. Talvolta fino alla classe quinta.
La penna cancellabile è stata introdotta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1979 dall’azienda americana Paper Mate, con il modello chiamato Erasermate.
La penna cancellabile è stata introdotta in Italia dalla ditta Paper Mate nel 1980, con il modello chiamato Replay. Questo modello è diventato molto popolare tra gli studenti per la sua capacità di scrivere come una penna ma di poter essere cancellato come una matita.
Probabilmente la penna cancellabile è stata introdotta per rispondere all‘esigenza di correggere errori senza lasciare tracce evidenti, come avveniva con le penne tradizionali. Serviva quindi a mantenere i quaderni o i documenti puliti e ordinati.
Probabilmente la penna cancellabile è stata anche pensata come strumento che potesse facilitare il passaggio dalla matita alla “vera” penna e che riuscisse a rendere più flessibile e meno stressante questo stesso passaggio.
Cosa è successo nel 1980 con la Replay
La penna cancellabile, introdotta in Italia nel 1980 con il modello Replay di Paper Mate, non è stata immediatamente adottata nelle scuole come strumento principale per l’avvio alla scrittura. Inizialmente, la matita rimaneva lo strumento preferito per i bambini che imparavano a scrivere, grazie alla sua facilità di correzione e alla minore pressione necessaria per scrivere.
Solo successivamente, con il miglioramento della tecnologia delle penne cancellabili e la crescente popolarità tra gli studenti, queste penne hanno iniziato a essere utilizzate più frequentemente nelle scuole. La loro capacità di correggere gli errori senza lasciare tracce evidenti, le ha rese un’opzione attraente per gli insegnanti e gli studenti, soprattutto nelle fasi successive dell’apprendimento della scrittura.
Cancellare per sentirsi sicuri
L’affermazione che l’uso della penna cancellabile possa rendere meno stressante il processo di scrittura per gli studenti è supportata da osservazioni pratiche e consigli educativi, ma non ci sono studi scientifici specifici che lo confermino direttamente.
Tuttavia, è noto che la possibilità di correggere facilmente gli errori può ridurre l’ansia e aumentare la fiducia degli studenti, specialmente durante le prime fasi dell’apprendimento della scrittura.
L’errore e la sua importanza
Se è condivisivile l’osservazione secondo cui poter cancellare uno sbaglio ci fa stare più tranquilli nel momento in cui si va a consegnare il proprio lavoro, è pur vero che chi quello sbaglio lo deve guardare o valutare, dovrebbe pur sapere che è parte integrante del processo di apprendimento.
Cancellare un errore e non lasciarne traccia potrebbe non essere un atteggiamento facilitatore del processo di acquisizione di competenze in quanto non permetterebbe di soffermarsi in quello spazio-tempo fondamentale di riflessione su ciò che ci ha portato a fare quello sbaglio, di sostare nel momento della metacognizione.
Cancellare per velocizzare
Probabilmente nelle fasi più avanzate di acquisizione del processo di scrittura, la possibilità di cancellare e far sparire un errore in modo rapido potrebbe essere utile per velocizzare un lavoro che è richiesto in tempi ridotti.
Quando invece si è ancora nelle fasi iniziali di avvio al processo di scrittura, potrebbe essere inìmportante rallentare l’esecuzione. Concentrarsi sia sul gesto, sull’aspetto motorio, sia sul contenuto, la produzione.
Il rallentamento permette di migliorare la concentrazione e di non farsi prendere dalla fretta di concludere sapendo che se nella corsa verso la chiusura dell’elaborato ci dovessero essere intoppi, questi si potrebbero velocemente eliminare.
Potrebbe esserci quindi un lecito dubbio rispetto al sapere di poter cassare ogni sbaglio, velocemente e senza troppo riflettere. Ciò potrebbe essere motivo di un aumento della distrazione durante il momento della produzione.
Ci sono autori che hanno espresso preoccupazioni simili riguardo all’uso delle penne cancellabili. Ad esempio, Deborah Paridi, grafologa, ha sottolineato che l’uso delle penne cancellabili può portare a una minore attenzione e a una scarsa riflessione sugli errori commessi, poiché gli studenti sanno di poter cancellare e riscrivere facilmente.
La matita: perché no?
Perché non si consiglia l’uso della matita, invece della penna cancellabile? Non ha lo stesso effetto nel ridurre l’ansia? Non permette allo stesso modo la correzione degli errori? Non lascia il foglio comunque pulito?
L’uso della matita è spesso consigliato nelle prime fasi dell’apprendimento della scrittura per i bambini, proprio perché permette di correggere facilmente gli errori senza lasciare tracce evidenti.
Ci sono alcune ragioni per cui le penne cancellabili sono preferite in alcune situazioni:
- Durata del tratto: L’inchiostro delle penne cancellabili tende a durare più a lungo rispetto alla grafite delle matite, che può sbiadire o essere cancellata accidentalmente1.
- Pulizia del foglio: Anche se la matita permette correzioni, spesso lascia residui di gomma e segni di cancellatura che possono rendere il foglio meno pulito rispetto all’uso di una penna cancellabile1.
- Transizione alla penna: L’uso delle penne cancellabili può aiutare i bambini a fare una transizione graduale dalla matita alla penna, abituandoli all’uso dell’inchiostro ma con la possibilità di correggere gli errori
Tuttavia, rimane vero che l’uso della matita può ridurre l’ansia legata agli errori allo stesso modo della penna cancellabile, poiché i bambini sanno di poter correggere facilmente.
Permette inoltre di allenare la presa tridattile e di calibrare (acquisizione essenziale nelle prime fasi di apprendimento del processo di scruttura) la giusta pressione sul foglio.
Le penne “usa e getta”
Ci sono studi su quanto incida l’uso delle penne cancellabili in ermini di rifiuti e di inquinamento? Si tratta di buttare ricariche e penne di plastica con una frequenza che potrebbe essere evitata, usando le nomali penne ad inchiostro.
Secondo un test condotto da Altroconsumo, le penne cancellabili senza ricarica producono una quantità significativa di rifiuti indifferenziati. Se tutti gli studenti delle scuole elementari in Italia usassero penne cancellabili senza ricarica, si stima che produrrebbero circa 157 tonnellate di rifiuti all’anno. Utilizzando penne con ricarica, questa quantità si ridurrebbe a circa 55 tonnellate.
Le penne con ricarica sono quindi una scelta più sostenibile, poiché riducono la quantità di plastica che finisce nei rifiuti. Inoltre, alcune marche utilizzano plastica riciclata per le scocche delle penne, contribuendo ulteriormente a ridurre l’impatto ambientale.
Impatto ambientale
Se dal piano educativo e didattico volessimo invece spostare il piano della riflessione sull’aspetto ecologico e di impatto ambientale, la scelta dovrebbe essere più accurata.
I dati che da una ricerca in Internet emergono sono i seguenti:
- Matite in legno certificato FSC: Le matite in legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile sono una scelta ecologica. Possono essere utilizzate fino alla fine e poi compostate1.
- Penne ricaricabili: Le penne con ricariche riducono significativamente i rifiuti di plastica rispetto alle penne usa e getta. Alcune marche offrono anche penne realizzate con plastica riciclata.
- Penne in metallo: Le penne in metallo, come quelle in acciaio inossidabile, sono durevoli e possono essere ricaricate molte volte, riducendo la necessità di sostituirle frequentemente.
- Matite meccaniche: Anche le matite meccaniche sono una buona opzione, poiché possono essere ricaricate con mine di grafite e durano molto a lungo.
- Penne biodegradabili: Alcune aziende producono penne biodegradabili realizzate con materiali come il mais o altri biopolimeri, che si decompongono più facilmente rispetto alla plastica tradizionale.
Matita o cancellabile?
In conclusione ciò che si è potuto notare, è che potrebbero esserci evidenti ragioni di scegliere l’una o l’altra. Non è possibile dire in assoluto che l’una è meglio dell’altra.
Le considerazioni da fare sulla scelta però vanno analizzate da tanti punti di vista. Quindi è condivisibile affermare che la scelta tra matita e penna cancellabile dipende spesso dalle preferenze personali e dalle esigenze specifiche del contesto educativo.
La principale motivazione della scelta dell’uno o dell’altro strumento di scrittura, deve poter tenere di conto di questi elementi velocemente delineati sopra ma anche di molti altri fattori di contesto. Sarebbe auspicabile che chi, nelle nostre aule, usa le penne cancellabili, abbia già considerato ogni ragione della scelta.
Per approfondire consigliamo:
L’importanza dell’errore e la penna cancellabile – Deborah Paridi Grafologa
Perché la scrittura manuale rimane importante anche nell’era digitale | National Geographic
Penne cancellabili: consigli e recensioni | Altroconsumo
IGEA Magazine: Il Signor Errore