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LA PRIMA GIORNATA MONDIALE DEI BAMBINI

Una giornata per celebrare quanto di più prezioso possa esistere al mondo, quanto di più necessario affinché l’umanità continui ad esistere e migliori, cambi e si rinnovi, sopra ogni altra cosa: i Bambini.

I bambini e il loro futuro, che è anche il nostro, anime nuove che alla nascita si trovano ad essere parte di un mondo sconosciuto che ha la responsabilità della loro crescita e del loro sano sviluppo psicofisico. Genitori, educatori, insegnanti e chi come loro ha il dovere di condurre per mano questi piccoli, con la coscienza ed il cuore aperti, sempre in ascolto, per accettare la missione più importante: quella di EDUCARE.

Proprio a proposito di educazione, Papa Francesco ha definito la nota pedagogista Maria Montessori proprio con queste testuali parole: “Una delle più eminenti figure della scena culturale del Novecento, che ha lasciato un segno profondo nell’ambito educativo e nell’intera società”. Chi era Maria Montessori Indimenticabile Pedagogista e Innovatrice.

Per Maria Montessori il bambino va aiutato ad esprimere se stesso al meglio delle sue possibilità, crescendo libero di agire e sperimentare, senza tralasciare assolutamente il sostegno delle sue figure guida principali, silenti ma ben presenti. “Silenti” nel senso più nobile dell’esserci, ovvero all’occorrenza e se necessario: manifestando un supporto costante nel momento del bisogno, evitando però interferenze durante le scoperte emozionanti che possono fare i nostri bambini.


CELEBRARE UNA GIORNATA MONDIALE PER COMPRENDERE CHI SONO REALMENTE I BAMBINI

Dire la parola bambino vuol dire pensare ad un’anima innocente e pura, celebrare la sua giornata, significa considerare l’essenza vera di quel che rappresenta, tener conto di un piccolo essere umano bisognoso di guide forti, sicure, amorevoli e sincere. “Bambino” è anche e soprattutto sinonimo di responsabilità verso chi deve farsi grande sia nel corpo ma in special modo nell’anima, significa serio “impegno sociale”, uno dono prezioso da consegnare alla società che evolve; dunque, capacità di pensare a come meglio condurlo verso la sua meta, durante il suo cammino di vita.

Steve Biddulph, terapista familiare e autore del libro “Il segreto dei bambini felici” – Steve Biddulph – Libro – TEA – Tea pratica | Feltrinelli (lafeltrinelli.it), descrive molto bene un aspetto fondamentale per riuscire a capire, al meglio,  chi sono i bambini, per arrivare a vedere di cosa hanno bisogno e quello che vogliono, cosa desiderano realmente.

I bambini, innanzitutto, come afferma la straordinaria pedagogista Dorothy Law Nolte, consulente familiare nonché scrittrice, nel suo testoi bambini imparano quello che vivono. Esattamente  così, crescono e si formano nell’ambiente in cui fanno esperienza, a casa e anche a scuola sono desiderosi di conoscere, si “nutrono” delle persone intorno, delle loro parole, gesti e modi di approcciare all’altro,  prendono l’esempio da loro, e queste ultime sono responsabili Decaloghi per genitori responsabili e consapevoli e devono assolutamente prendersi carico, divenire consapevoli del proprio operato, costruendo costantemente un percorso fatto di punti di riferimento solidi e sicuri.

Pensare che quanto il bambino mette in pratica, dice o esprime nelle forme più diverse, sia solo “farina del suo sacco” è un’idea errata, forse utile solo a chi non si vuole rendere veramente conto del compito straordinario ed infinitamente speciale, seppur naturalmente impegnativo, che si ha dal giorno in cui un piccolo/ a viene al mondo.


IL DIRITTO DEI BAMBINI DI “ESSERE GUARDATI”

L’autore S. Biddulph, sempre nel suo libro, best seller succitato, afferma che i bambini non hanno solo necessità fisiche, cibo e cure materiali varie, ma hanno il sacrosanto diritto di ricevere attenzioni che possano accrescere la loro parte interiore, psichica. I bambini vogliono “essere guardati” e ascoltati, il papà e la mamma devono dedicare spazi di interazione giocosa e amorevole, saper comprendere i loro stati d’animo, gestire le emozioni più complesse, essere quindi in grado di entrare in empatia; la lettura è sempre uno strumento utile ed indispensabile allo scopo.

Le figure guida, prima di tutti i genitori, ma non dimentichiamo le altre educatrici, maestre ed insegnanti, che nella scuola sono e saranno sempre dei “pilastri” durante la crescita del bambino, devono ritagliare un tempo qualitativamente valido, cercare un dialogo amorevole e comprensivo. È opportuna un’apertura verso quel piccolo mondo, ancora incurante di molti pericoli e pieno di incertezze, ma sicuramente colmo di voglia di liberare la parte più creativa e spensierata; la parte che spinge a cercare, scoprire, capire e sperimentare, toccare e osservare da vicino.


ANCHE LA NOIA SERVE…

I bambini, per “essere visti” veramente, devono poter anche apprezzare momenti di piena libertà da qualsiasi attività programmata e strutturata, è importante saper apprezzare la noia. Il totale impegno costante e giornaliero non li rende liberi da poter trascorrere del tempo con i propri genitori e, altrettanto vero, non fa sì che possano emergere curiosità o stimoli diversi.

La mente ha bisogno di calma e di rigenerazione cerebrale, che di certo non può avvenire durante una serie di ininterrotte attività, sia sportive che extra scolastiche, l’una di seguito all’altra. L’impegno è nobile, chiaramente lo sport è vitale e fa bene, ma anche dei sani spazi vuoti hanno pari dignità, “annoiarsi fa bene”; alcune ore o anche qualche giornata non caratterizzata da frenesia, corse per arrivare da un luogo all’altro, o troppo pensieri, concorrono a diminuire lo stress e conciliare una emotività meno travagliata e ansiogena, creando un clima più disteso e sereno, non solo nel bambino ma anche in tutta famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

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