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LA MUSICOTERAPIA E A SOSTEGNO DELLA PRATICA CLINICA

MUSICOTERAPIA: DEFINIZIONE E APPLICAZIONI

La musicoterapia e l’arteterapia, come indicano i termini stessi, sono una risorsa preziosa per il benessere psicofisico di ogni paziente. Nello specifico, i termini stanno ad indicare l’insieme di interventi, tecniche e metodi che utilizzano linguaggi artistico-creativi come mezzi di aiuto al recupero ed alla crescita dell’individuo nella sua sfera emotiva, affettiva e relazionale.

In letteratura vengono identificati diversi campi di applicazione della musica e delle arti in generale, quali la musicoterapia a fini terapeutici, a finalità sociali e pedagogiche speciali. Il terapista aiuta il paziente a migliorare, mantenere o recuperare uno stato di benessere utilizzando delle esperienze musicali. Le relazioni che si sviluppano attraverso di esse rappresentano forze dinamiche di cambiamento.

L’utilizzo della musica, in particolare, viene considerata come un strumento complementare all’intervento medico. La sua funzione ansiolitica e antistress favorisce l’avvicinamento emotivo e personale del paziente per il consolidamento dell’alleanza terapeutica. Inoltre, la musicoterapia viene utilizzata durante gli interventi chirurgici per la gestione del dolore, la gravidanza e il parto, nonché la riabilitazione e le cure palliative.

MUSICOTERAPIA E MIGLIORAMENTO DELLA SALUTE

Secondo l’esperienza dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, maturata nell’anno 2015, la musica viene utilizzata anche nei neonati pretermine. Questa particolare applicazione rappresenta un valido ausilio dell’assistenza di routine al prematuro affinché egli sviluppi un migliore adattamento ed un maggiore stato di benessere psicofisico.

Dal 1980 l’indagine scientifica ha focalizzato l’attenzione sugli effetti della musica sul corpo. Dai primi studi è apparso evidente come la musica influenzasse la pressione e il battito cardiaco. La teoria più famosa è quella di Rauscher e Shaw sull’Effetto Mozart. L’ascolto della sonata in Re maggiore per due pianoforti migliorerebbe le risorse intellettive del soggetto.

La musica riuscirebbe inoltre a migliorare lo stato d’ansia dei pazienti ricoverati in terapia intensiva e in quelli sottoposti ad anestesia spinale per intervento chirurgico e/o partoanalgesia. Avrebbe un effetto di riduzione dell’ansia, dell’insonnia e della paura nei pazienti critici, nonché un effetto stimolante nei pazienti affetti da demenze senili.

IL RAPPORTO CORPO-MUSICA

Ogni musica che viene percepita ha un effetto differente in base al genere, all’armonia, al ritmo e agli strumenti utilizzati. Chi di noi non ha un ricordo legato a una musica o ad una canzone?

Sentiamo un suono quando il timpano dell’orecchio viene eccitato da vibrazioni provocate da un’onda di pressione avente caratteristiche fisiche ben definite. Tuttavia, nonostante la fonte sonora sia la stessa, non tutti sentiamo alla stessa maniera. L’elaborazione del suono avviene anche a livello psichico: quanto più intenso è il suono, tanto più agisce nel nostro essere. Un suono acuto potrebbe essere un’espressione di gioia, al contrario di suoni gravi che potrebbero essere elaborati come un sentimento di tristezza.

Il musicoterapeuta gestisce ascolto ed espressione dei codici della comunicazione non verbale e stabilisce il setting (spazio strutturato in cui avverrà la relazione terapeutica), e il gruppo operativo strumentale (GOS). Il GOS è definibile come l’insieme degli strumenti sonoro-musicali che potranno essere adoperati.

Il nostro corpo si trova in una posizione di ricezione attiva verso tutto quello che il mondo della musica e dell’arte in generale racchiude. Come dato numerico basti considerare che dal 1994, la musicoterapia è stata introdotta nella pratica assistenziale e classificata come prestazione d’opera rimborsabile sotto beneficio, secondo programmi di ospedalizzazione appositi (Partial Hospitalization Programs, PHP).

In conclusione si può evidenziare come la musica o le arti in generale abbiano raggiunto un livello di rilievo in tutti i campi esplorati fino ad oggi dall’uomo partendo dalla notte dei tempi. In particolar modo la musicoterapia attiva, passiva, la relazione corpo-musica hanno consolidato l’importanza nei campi d’azione che vanno da condizioni psicopatologiche minori fino a quelle maggiori attraverso l’utilizzo di un ”semplice pentagramma”.

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