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L’infermiere, le diagnosi infermieristiche ed il processo di Nursing tra evoluzione e sviluppo

L’infermiere, le diagnosi infermieristiche ed il processo di Nursing tra evoluzione e sviluppo

L’adozione di un linguaggio tecnico-scientifico uniforme per rappresentare e descrivere i fenomeni legati alla pratica professionale è un problema attuale. Tale prospettiva trova espressione non solo nella necessità di adottare nuovi strumenti informativi, ma anche nella volontà di affermare a livello operativo l’autonomia e la responsabilità che finalmente l’infermiere si vede riconoscere dall’ordinamento legislativo italiano.

Inoltre, l’adozione di un sistema di classificazione arricchisce il corpo di conoscenze teoriche garantendo al professionista un comune quadro di riferimento nella gestione delle proprie competenze.

Il ruolo dell’infermiere e la diagnosi infermieristica

Il raggiungimento di un accordo offre all’infermiere una sorta di garanzia concettuale, poiché l’affermazione operativa della tassonomia fornisce “un uso e un significato ben definito per ogni titolo diagnostico” ed elude possibili errori interpretativi, facilitando un linguaggio analitico e sistematico universale.

Nel marzo del 1990 l’Assemblea Generale della NANDA approva una definizione ufficiale della diagnosi infermieristica: “è un giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della famiglia o della comunità, a problemi di salute, processi vitali attuali o potenziali. La diagnosi infermieristica costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a conseguire degli intenti di cui l’infermiere è responsabile”.

Nella realtà italiana, già da tempo è stata pubblicata la traduzione ufficiale delle analisi elaborate dalla NANDA, proprio al fine di favorirne la diffusione in ambito lavorativo e formativo. In questo testo sono, però, presenti anche titoli diagnostici che descrivono fenomeni di dubbia competenza infermieristica esclusiva.

Il modello bifocale di Carpenito

Lynda Juall Carpenito (1985), a tal proposito, ha fornito, nel suo modello teorico “bifocale”, un chiarimento importante: l’infermiere si occupa non solo di diagnosi infermieristiche, ma anche di problemi collaborativi. “Le diagnosi infermieristiche riguardano le risposte di persone, famiglie o gruppi alle situazioni per le quali l’infermiere può prescrivere interventi volti a conseguire degli esiti; i problemi collaborativi, invece, descrivono determinate complicanze che l’infermiere gestisce con interventi di prescrizione sia medica che infermieristica”.

La prima si riferisce all’ambito autonomo e decisionale del ruolo dell’infermiere in quanto professionista; il secondo, invece, supporta e formalizza le attività collaborative con altri professionisti della salute.

I sistemi di classificazione permettono, inoltre, attraverso la gestione dei dati prodotti dalla loro applicazione alla realtà operativa, di determinare “il contributo infermieristico alla più generale assistenza sanitaria, sostenere la didattica, la ricerca e la valutazione organizzativa ed economica dell’azione infermieristica”. Il cuore delle diagnosi infermieristiche risiede nella cartella infermieristica.

Essa è considerata uno strumento informativo utile per progettare, gestire, valutare, l’intervento assistenziale, nonché per comunicare tra gli operatori e per documentare ma soprattutto per garantire la migliore assistenza alle persone assistite.


IGEA CPS offre numerosi corsi rivolti a infermieri e professionisti della sanità, accreditati dal MIUR per il rilascio di crediti ECM, disponibili sulla piattaforma Centro Corsi ECM.

Inoltre, grazie alla collaborazione avviata con l’università telematica e-Campus, la nostra offerta formativa si è ampliata con Master Universitari di I livello legati alle scienze infermieristiche quali, ad esempio, il Master Infermiere di famiglia e di comunità e il Master Formazione infermieristica in ambito psichiatrico


Il processo di nursing

La costruzione di uno strumento operativo, una cartella infermieristica che rispecchi la razionalità, la sistematicità, ma soprattutto le possibilità di personalizzazione del processo di nursing, richiede un impiego massiccio di risorse.

Attingere al bagaglio teorico e metodologico che la disciplina infermieristica offre può facilitare la realizzazione di uno strumento adeguato sia alle istanze di personalizzazione, che alle necessità cliniche e operative che la sua creazione deve soddisfare: intraprendere tale percorso acquista significato solo se il risultato si dimostra coerente con lo scopo della sua genesi.

A garanzia della sistematicità e della completezza è opportuno strutturare la cartella attraverso la guida di modelli teorici attingendo alla forma del processo stesso e quindi seguendone le fasi. La disciplina infermieristica, in tal senso, propone una vasta gamma di opportunità e, una volta individuati i modelli in base ai quali procedere, è necessario renderli operativi nella loro applicazione alla cartella. È infine importante, in tale fase, non trascurare alcuna eventualità, in quanto la completezza dello strumento è un requisito indispensabile, sia al fine di pianificare un percorso d’assistenza adeguato, sia affinché  l’organizzazione operativa risulti migliorata.

L’Infermiere è un professionista sanitario che eroga le proprie prestazioni professionali ed empatiche nei confronti di chi ne ha bisogno. Ogni giorno in divisa è un giorno nuovo fatto di emozioni, decisioni, ed insegnamenti di vita, tutto in relazione alla consapevolezza acquisita negli anni che ha reso il professionista ciò che è oggi.