GUARDA I NOSTRI CORSI GRATUITI >>> ISCRIVITI SENZA IMPEGNO

Il Valore del Gioco nella Progettazione Educativa per Minori Stranieri non Accompagnati

Il Valore del Gioco nella Progettazione Educativa per Minori Stranieri non Accompagnati

Nelle comunità dedicate all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, il gioco rappresenta molto più di un semplice passatempo: è uno strumento educativo fondamentale, capace di rispondere a bisogni complessi legati all’identità, alla relazione e all’integrazione.

Questi ragazzi arrivano spesso da percorsi di vita segnati da traumi, instabilità e perdite. In questo contesto, il gioco si configura come uno spazio sicuro dove poter esprimere emozioni, sperimentare ruoli diversi e riattivare capacità di fiducia sia verso sé stessi sia verso gli altri. Attraverso attività ludiche, il minore può ritrovare un terreno comune di comunicazione, anche quando la lingua e le differenze culturali sembrano barriere invalicabili.

Il Gioco come Linguaggio Universale

Uno degli aspetti più potenti del gioco è la sua universalità. Giochi semplici come il calcio, la corsa, i giochi di costruzione o di ruolo sono comprensibili a prescindere dalla provenienza culturale o dalla lingua parlata. Questo consente di abbassare rapidamente le difese, favorendo il primo passo verso una relazione educativa significativa.

Progettare percorsi educativi che includano il gioco significa quindi offrire ai minori stranieri non accompagnati strumenti per elaborare il proprio vissuto e, allo stesso tempo, costruire nuove narrazioni positive di sé. Attraverso il gioco possono sperimentare il successo, l’appartenenza a un gruppo, la capacità di rispettare le regole e di cooperare.

La Dimensione Simbolica e Terapeutica

Nei contesti comunitari, è fondamentale riconoscere anche la dimensione simbolica e terapeutica del gioco. Attraverso il gioco libero o strutturato, i minori possono mettere in scena emozioni difficili da verbalizzare, come la paura, la rabbia o il senso di abbandono. Questo permette agli educatori di osservare senza invadere, di cogliere segnali importanti e di intervenire in modo rispettoso e mirato.

Il gioco non è quindi solo un’attività “di svago” ma diventa parte integrante di un progetto educativo più ampio, capace di promuovere la resilienza, rafforzare le competenze sociali e preparare il minore a inserirsi positivamente nel nuovo contesto di vita.

Una Progettazione Educativa Ludica e Intenzionale

Integrare il gioco nella progettazione educativa richiede un approccio intenzionale. Non si tratta semplicemente di “lasciare giocare” i ragazzi, ma di costruire attività che abbiano senso e direzione. Ad esempio, laboratori espressivi, giochi cooperativi, attività sportive o esperienze di gioco simbolico possono essere programmati per sviluppare specifiche competenze emotive, linguistiche o sociali.

Fondamentale è anche il coinvolgimento diretto dei minori nella scelta e nella costruzione delle attività ludiche, per valorizzare i loro saperi, le loro culture di origine e il loro diritto a essere protagonisti attivi del proprio percorso educativo.

Conclusione

In un mondo che spesso chiede ai minori stranieri non accompagnati di crescere troppo in fretta, il gioco restituisce loro il diritto di essere bambini e adolescenti. Ma soprattutto, offre loro strumenti concreti per affrontare il futuro con maggiore forza, fiducia e speranza. In ogni progettazione educativa, il gioco non dovrebbe essere un accessorio, ma un pilastro.