Il vaiolo delle scimmie, noto anche come Monkeypox, è un’infezione virale zoonotica che deriva dagli animali e colpisce gli esseri umani. È causato dal Monkeypox virus, che fa parte della famiglia Poxviridae, la stessa famiglia del virus del vaiolo.
È un’infezione conosciuta da tempo, diffusa in alcune regioni dell’Africa centrale e occidentale. Tuttavia, nel 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza di salute pubblica internazionale (PHEIC – Public Emergency of International Concern).
Origine e diffusione del vaiolo delle scimmie
Il termine “Vaiolo delle scimmie” deriva dalla sua prima identificazione nelle scimmie nel 1958, con il primo caso umano risalente al 1970. Questa infezione è endemica nelle regioni della foresta pluviale tropicale dell’Africa centrale e occidentale.
Nel 2003, si è verificato il primo focolaio al di fuori dell’Africa, negli Stati Uniti, associato all’importazione di animali infetti. Dal 2018 al 2021, sono stati segnalati 12 casi al di fuori dell’Africa, legati a viaggi.
Nel 2022, ci sono stati numerosi focolai segnalati negli Stati membri dell’Unione Europea e in altri paesi non endemici, senza collegamenti diretti ai viaggi o all’importazione di animali infetti.
Sintomi del vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie nell’uomo si manifesta con una serie di sintomi che possono variare, ma spesso includono:
- Febbre: solitamente insorge uno-tre giorni prima dell’eruzione cutanea.
- Eruzione cutanea: le lesioni cutanee iniziano come vescicole che successivamente si trasformano in pustole e infine crosticine.
- Altri sintomi prodromici: possono includere febbre, sonnolenza, mialgie e cefalea.
Nell’attuale epidemia, sono stati segnalati casi con sintomi prodromici più lievi rispetto a quanto precedentemente documentato. L’eruzione cutanea può essere limitata alle aree ano-genitali, ma può coinvolgere anche il tronco, le braccia, le gambe, il viso, i palmi delle mani e le piante dei piedi. In alcuni casi, le lesioni possono verificarsi anche a livello del cavo oro-faringeo.
La diagnosi del vaiolo delle scimmie si basa sulla presentazione clinica e viene confermata tramite esami di laboratorio, utilizzando test di amplificazione dell’acido nucleico (PCR) specifici per il virus.
Trasmissione del vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie può essere trasmesso in diverse modalità:
- Contatto con animali infetti: l’infezione può essere trasmessa attraverso il contatto fisico con animali infetti, tra cui roditori e primati.
- Trasmissione da persona a persona: il contagio da persona a persona avviene attraverso il contatto stretto con individui con eruzioni cutanee da vaiolo delle scimmie. Questo può avvenire tramite il contatto faccia a faccia, pelle a pelle, bocca a bocca o bocca a pelle, compreso il contatto sessuale. Inoltre, il virus può essere trasmesso attraverso oggetti contaminati come vestiti, asciugamani e superfici.
- Trasmissione verticale: il virus può essere trasmesso da madre a feto durante la gravidanza o dopo il parto attraverso il contatto pelle a pelle.
Inoltre, l’attuale epidemia sembra avere una predominanza di casi tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, suggerendo che la trasmissione sessuale potrebbe essere un importante mezzo di diffusione.
Tuttavia, il rischio non è limitato alle persone sessualmente attive o a un gruppo specifico, poiché qualsiasi contatto stretto con una persona infetta comporta un rischio di trasmissione.
Trattamento e precauzioni
I sintomi del vaiolo delle scimmie tendono a risolversi spontaneamente entro 2-4 settimane e non richiedono spesso trattamenti specifici. Tuttavia, in caso di necessità, possono essere somministrati antidolorifici e antipiretici per alleviare i sintomi.
In alcuni casi, l’infezione può portare a complicazioni gravi, specialmente nei neonati, nei bambini e nelle persone con sistema immunitario compromesso. In caso di infezione, è fondamentale isolarsi dai conviventi e seguire misure igieniche rigorose, come l’uso di mascherine, lavaggio frequente delle mani e il mantenimento di un’adeguata idratazione.
Vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie
Il vaccino contro il vaiolo può offrire una protezione incrociata contro il Vaiolo delle Scimmie. Tuttavia, la vaccinazione di tutta la popolazione non è attualmente richiesta né raccomandata.
La profilassi pre-esposizione (PrEP) è offerta principalmente alle categorie ad alto rischio, come il personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a Orthopoxvirus e persone con specifici criteri di rischio, tra cui individui gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM).
Il vaccino attualmente disponibile è il MVA-BN (Modified Vaccinia Ankara), distribuito in Europa con il nome commerciale IMVANEX.
La vaccinazione primaria comporta due dosi a distanza di almeno quattro settimane, mentre la vaccinazione di richiamo è una singola dose per coloro che hanno già ricevuto una dose di vaccino antivaiolo o MVA-BN in passato.
Contatti stretti e precauzioni
Se sei stato a contatto con una persona infetta, è importante monitorare i sintomi per 21 giorni dopo l’ultima esposizione. Dovresti controllare la temperatura due volte al giorno e prestare attenzione a sintomi come mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia o eruzioni cutanee sospette. Dovresti astenerti dall’attività sessuale e prendere precauzioni igieniche rigorose.
Inoltre, evita il contatto con bambini sotto i 12 anni, donne in gravidanza e persone immunocompromesse. Mantieni un’attenta igiene delle mani, evita il contatto con animali e non donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma durante il periodo di sorveglianza.
In conclusione, il vaiolo delle scimmie è un’infezione virale emergente che richiede precauzioni rigorose per prevenire la sua diffusione. La vigilanza, la consapevolezza e la collaborazione tra le autorità sanitarie sono fondamentali per gestire efficacemente questa situazione.
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