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Educatore Professionale: chi è e cosa fa

Educatore Professionale: chi è e cosa fa

Un educatore è colui che rende facili le cose difficili” – Ralph Waldo Emerson

L’Educatore Professionale è un operatore sociale e sanitario disciplinato dal Decreto Ministero della Sanità, 8 ottobre 1998, n° 250.

La legge 205 del 2017, art 1 commi 594- 601 distingue l’Educatore Professionale Socio-Pedagogico formato nel percorso universitario di Scienze dell’Educazione e della Formazione (L19) e l’Educatore Professionale Socio-Sanitario, formato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e rientrante nelle professioni sanitarie della riabilitazione (L/SNT2).


Grazie alla collaborazione avviata con l’Università Telematica eCampus, IGEA CPS offre corsi di laurea triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione e Scienze dell’Educazione e Formazione per la prima infanzia e un master universitario di I livello in Formazione dell’Educatore Socio-Sanitario.


Il lavoro dell’Educatore ha un ampio raggio di azione. È possibile intercettare educatori nei servizi per le persone con problemi di dipendenza, per i disabili, per i minori, nei servizi per la salute mentale, per gli anziani, per persone senza fissa dimora, nelle carceri, nei servizi di prevenzione, nelle strutture educative e scolastiche, nelle ASL, nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni, in forma di libero professionista.

Cosa fa l’educatore professionale

L’esercizio dell’educatore si colloca nel mutamento delle professioni di cura che dal “TO CURE” , con riferimento specifico all’erogazione di una prestazione risolutrice di un problema, si è evoluto nel “TO CARE”, quale prendersi cura di qualcuno arginando l’aspetto autoreferenziale. Questa presa in carico è resa possibile:

–          dall’adesione al codice etico e deontologico;

–          dall’instaurare una buona relazione di cura tra l’operatore e il paziente/utente, che vada ben oltre la sfera emotiva e sentimentale;

–          da una comunicazione empatica ed accogliente, capace di cogliere soprattutto il non verbale;

–          dalla capacità di mettere al centro la persona piuttosto che il problema.

Dunque, riguarda una pratica tipicamente relazionale che coniuga conoscenze scientifiche, competenze professionali ed interesse per la persona a 360° occupandosi e preoccupandosi della sfera emotiva, affettiva, corporea e sociale.

La cura esercitata dall’educatore si avvale dei cosiddetti trattamenti non farmacologici, comprendenti diversi tipi di interventi educativo-riabilitativi e psicosociali rivolti al paziente/utente, al caregiver e al contesto in cui egli vive con l’obiettivo di ritardare il declino cognitivo e funzionale, ridurre o arginare disturbi psicologici e comportamentali, implementare nuove competenze partendo dalle abilità residue e, di conseguenza, migliorare la qualità di vita della persona in ogni tappa del proprio percorso.

Non si tratta pertanto di trattamenti erogati secondo una data di scadenza, bensì il paziente/utente resta sempre tale in un continuum di integrazione sociosanitaria che rende possibile il miglioramento della qualità di vita del soggetto e del contesto in cui vive valorizzandone l’ identità e favorendo una posizione attiva in contrasto alla passività del disagio.

I trattamenti sono dunque personalizzati; possono essere condotti in gruppo o individualmente, a seconda della finalità degli stessi; gioca un ruolo fondamentale l’ambiente, sia inteso come setting terapeutico che come contesto di vita quotidiana; i trattamenti integrano laboratori espressivi (artistici, musicali, sensoriali), interventi occupazionali finalizzati alle attività di autonomia della vita quotidiana, attività di stimolazione cognitiva, laboratori sull’affettività, le abilità comunicative e sociali.

Per queste ragioni, l’esercizio non può essere esclusivo; l’educatore professionale, infatti, è coinvolto in un’equipe multidisciplinare al fine di rispondere ai diversi bisogni della persona ed è tenuto ad un costante aggiornamento professionale che resti al passo coi tempi e con l’evoluzione umana e della società.

Diventa spesso complicato definire la reale collocazione di un educatore nel mondo del lavoro e nelle professioni d’aiuto; tuttavia, è da tener presente che parole come cura, relazione, fragilità, storia, vita, famiglia, salute, benessere, territorio, identità, obiettivi, professionalità, multidisciplinarietà, autodeterminazione, autonomia, inclusività, possibilità, si incontrano e fondono per raccontarsi, crescere, sostenere, facilitare, migliorare, reinventare e rinascere.