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ANDRAGOGIA E APPRENDIMENTO: STRUMENTI A DISPOSIZIONE DEL TUTOR CLINICO NEL TIROCINIO DELLE PROFESSIONI SANITARIE 3.0

ANDRAGOGIA, PBL E TUTORAGGIO CLINICO: UNA PICCOLA RICERCA

L’Andragogia può essere definita come una scienza dedicata all’apprendimento e all’educazione degli adulti diversa da quella dei bambini e degli adolescenti. Si serve di diverse metodologie, principalmente di quelle centrate sullo studente: quest’ultimo, posto come focus della sua formazione, si rende responsabile del proprio apprendimento.

Da una piccola revisione della letteratura scientifica (diversi articoli di ricerca infermieristica in lingua italiana estrapolati da motori quali Google Scholar e banche dati quali Ilisi, Pub Med, Cocrhane Library utilizzando chiavi di ricerca quali tutor, tutorship, PBL, andragogia) sulle principali metodologie didattiche centrate sul discente, la più efficace e la più utilizzata nei corsi di laurea delle Professioni Sanitarie, in termini di benefici di apprendimento, è quella del Problem Based Learning (PBL), o apprendimento basato sui problemi.

La letteratura evidenzia che il tutor clinico abbia delle caratteristiche fondanti quali: la motivazione interna, la capacità di problem solving, la flessibilità, la creatività, la capacità organizzativa, la leadership, la moralità, la disponibilità, l’apprendimento continuo e l’aggiornamento.

COSA DICONO GLI STUDI

Uno studio osservazionale condotto presso l’Università di Torino mette in evidenza l’importanza della figura e del ruolo del tutor nell’ambito delle Professioni Sanitarie. Nello specifico, la presenza di una guida o un mentore permetterebbe agli studenti del corso di laurea una maggiore applicazione e coinvolgimento nella presenza delle varie attività didattiche e formative “sul campo”.

Un ulteriore progetto partito presso l’Università di Lucca mette in risalto la figura dell’infermiere guida nel processo di apprendimento, di conoscenza e di valorizzazione del professionista sanitario, secondo la normativa vigente (decreto 509/1999 – Regolamento recante norme concernenti l’autonomia della didattica degli atenei), e conferendo allo stesso un ruolo di fondamentale importanza nella formazione.

Un articolo di ricerca elaborato nell’anno 2020 in merito al concetto di andragogia ed apprendimento pone all’attenzione del ricercatore la sostanziale differenza espressa dai teorici quali Knowles e Kolb che l’adulto, a differenza del bambino, pone le basi per lo sviluppo dell’apprendimento esperienziale, che permette infatti di osservare attitudini, sviluppare capacità, acquisire e modificare atteggiamenti e mette il discente in condizione di operare una riflessione critica rispetto ad assunti, idee, prospettive, valori, atteggiamenti, comportamenti, conoscenze e competenze.

ANDRAGOGIA: UNA RISORSA

Da quanto si è potuto dedurre dalla ricerca condotta sono apparsi diversi spunti di riflessione:

L’ANDRAGOGIA E LA FUNZIONE DEL TUTOR: CONCLUSIONI

La funzione e la presenza del tutor, guida nei corsi di laurea delle professioni sanitarie, è divenuta fondamentale per il buon funzionamento del corso stesso e per la qualità di apprendimento rivolta agli studenti. Le attività che vengono espletate a qualsiasi titolo conferiscono alla figura professionale un notevole carico di responsabilità che potrebbe essere travisato o male interpretato dallo studente come eccesivo egocentrismo da parte del formatore.

La competenza del professionista/tutor si erige come a colui o colei che assume un ruolo di coordinare, che segue e accompagna, che condivide i percorsi e gli obiettivi con i tirocinanti attraverso caratteristiche specifiche che comprendono hard e soft skills il professionista rappresenta il primo anello di apprendimento e di formazione sulla soddisfazione e lo sviluppo dell’identità del futuro studente.

Il tirocinio rappresenta il “core” dell’esperienza formativa del discente e il tutoraggio rappresenta il mezzo per il raggiungimento dell’apprendimento utilizzando l’andragogia.

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